Tutti i ghiottoni per una volta hanno la scusa giusta: oggi, sabato 7 luglio, si celebra la Giornata Mondiale del cioccolato. Una riccorenza istituita nel 2009, anche se deve la sua origine a un fatto storico ben più lontano nel tempo. E’ infatti l’anno 1847, esattamente il 7 luglio, quando l’inglese Joseph Fry inventa la barretta di cioccolato.
Non è l’inventore del cioccolato. Già ai suoi giorni il consumo è largamente diffuso, sebbene in singoli cioccolatini o, ancora di più, in modo liquido. Del resto il cacao era quotidianamente utilizzato nel Nuovo Mondo già da secoli. Basti pensare che il primo europeo ad assaggiarlo, e a portarlo nel vecchio continente anche se forse non del tutto entusiasta, è stato Cristoforo Colombo nel 1502.
Il merito di Fry è quello di unire per la prima volta il burro di cacao al cacao macinato. La sperimentazione, naturalmente, non si arresta: pochi anni più tardi il cioccolatiere Michele Prochet a Torino inizia a unire le nocciole tostate e tritate al cacao, ricavando la pasta Gianduia per i cioccolatini. Nel 1867 lo svizzero Daniel Peter insieme al suocero François-Louis Cailler (quest’ultimo inventore delle tavolette di cioccolato), crea il cioccolato al latte nel 1875. Di enorme aiuto, per poter rimuovere l’acqua contenuta nel latte, la collaborazione con un certo produttore di alimenti per l’infanzia che si chiama Henri Nestlé. E, ancora, ecco che nel 1879 tale Rudolph Lindt ottiene il cioccolato fondente attraverso la tecnica del concaggio, ovvero con il continuo rimescolamento del cioccolato fuso per avere una miscelazione ottimale.
Secondo l’Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti) il cioccolato fa bene al cuore. Si parla di quello fondente, perché aumenta del 20% le concentrazioni di antiossidanti nel sangue. Secondo il grande seduttore Giacomo Casanova ha addirittura la capacità di aumentare il desiderio sessuale. Chissà. Di certo milioni di persone possoo testimoniare che fa bene all’umore: un’ottima tavoletta di cioccolato tra le mani è sempre capace di far tornare il sorriso.
Gualfrido Galimberti