MONZA – Il dato non permette alla città di Monza di vantarsi. Tra le città lombarde capoluogo di provincia è al terzultimo posto per quanto riguarda il rapporto tra agenti di Polizia locale e numero di cittadini residenti. Pochi vigili, insomma, per coprire le necessità del territorio e dare risposte adeguate a quel desiderio di sicurezza – anche stradale – che questo in questo periodo storico è avvertito tra le maggiori priorità dalla popolazione.
I dati parlano chiaro: la città di Monza può contare su un operatore di Polizia locale (tra ufficiali e agenti) ogni 1.202 abitanti. Una situazione peggiore in Lombardia si può riscontrare soltanto a Sondrio dove si conta un vigile ogni 1.281 abitanti e a Lodi con uno ogni 1.449. E le altre cità capoluogo? Beh, il confronto è davvero improponibile con Milano, dove si può fare il conto su un ghisa ogni 450 abitanti. Bene anche Brescia con uno ogni 648 residenti. Al terzo posto Bergamo con uno ogni 877. A seguire Como (uno ogni 928), Cremona (uno ogni 958), Pavia (uno ogni 980), Lecco (uno ogni 1.036), Varese (uno ogni 1.122).
La fotografia della situazione è stata resa possibile dal “censimento” effettuato da Regione Lombardia, che ha portato a rilevare 8.271 operatori di Polizia locale in servizio. “La rilevazione – spiega l’assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato – è stata realizzata grazie al Censimento degli operatori di Polizia Locale. E’ un’attività molto importante, attraverso la quale Regione Lombardia è in grado di avere, grazie ai dati raccolti, il quadro completo della situazione e di conseguenza è in grado anche di dare le risposte più adeguate, prevista dalla legge regionale 6 del 2015 all’articolo 15, relativo alla Struttura regionale per la promozione del coordinamento tra servizi di Polizia Locale. Nei prossimi giorni invierò a tutti i Comuni lombardi una comunicazione con la quale intendo invitarli a compilare il questionario con i dati relativi al 2018”.
“Grazie a questi dati raccolti – aggiunge De Corato – è stato possibile creare una mappa della Regione divisa per forma di gestione dei vari comuni, così da evincere eventuali situazioni prive di servizio della Polizia locale. La rilevazione di attività e mezzi serve per avere un chiaro quadro della situazione, al fine di formulare le adeguate proposte ed interventi mirati. Ad esempio, sono utili i tavoli di confronto con i sindaci di quei comuni risultati scoperti incentivando, anche con finanziamenti, la creazione di centrali operative e l’unione tra questi”.
“Fra le domande del questionario – spiega l’assessore a Sicurezza e Immigrazione di Regione Lombardia – alcune riguardano il numero di verbali effettuati per guida in stato d’ebrezza o sotto effetto di stupefacenti. Questi dati possono risultare utili per individuare zone con problematiche legate all’abuso di alcool o all’utilizzo di droga e, di conseguenza, per pianificare interventi mirati”.
“Il tutto, dunque, serve alla Regione per aumentare l’efficienza e l’efficacia dei servizi quotidiani per i suoi cittadini – conclude De Corato – e creare un database che contenga le informazioni ottenute tramite censimento, nonché all’elaborazione statistica e all’approfondimento delle dinamiche afferenti il sistema di Polizia Locale, per una programmazione a vantaggio di tutti i Comuni”.
Nel frattempo, naturalmente, i le città capoluogo che si trovano in una situazione di carenza di organico, farebbero bene a mettere mano al portafoglio e a dotarsi di qualche agente in più. Per la sicurezza, ma anche più semplicemente per gli interventi sulle strade in caso di necessità, senza personale a disposizione non si può fare nulla. Solo dichiarazioni di buona volontà.
G.Gal.