Nel giorno in cui si discute di Lewis Hamilton che inizia a sognare il titolo iridato e di Sebastian Vettel che a Monza ha sprecato un’occasione per riaprire il campionato, noi aggiungiamo il nome di Nino Farina: è lui, il 3 settembre 1950, ad aggiudicarsi il primo campionato mondiale di Formula 1.
Campionato duro e avversari tosti. Uno tra tutti: l’argentino Juan Manuel Fangio che si rifarà l’anno successivo prima di inanellare il poker di quattro titoli consecutivi dal 1954 al 1957. Oltre al valore dei rivali, bisogna fare i conti anche con una stagione “pionieristica”: la Fia (Federazione Internazionale dell’Automobile), cerca di riorganizzare il circuito dei Gran Premi. Troppi i 24 inseriti nel calendario per decretare il campione finale: ne sceglie soltanto sei, tutti su suolo europeo, aggiungendo all’ultimo momento la 500 Miglia di Indianapolis per evitare di escludere il continente americano. L’esperimento, in realtà, non riesce: i piloti decideranno di correre soltanto nel loro continente con il risultato che il campionato sarà disertato dagli statunitensi, mentre gli europei non disputeranno la 500 Miglia.
L’esordio ufficiale del campionato del mondo avviene in Inghilterra, circuito di Silverstone. E’ il 13 maggio 1950. Tre le scuderie italiane che partecipano al mondiale: l’Alfa Romeo con l’insuperabile 158, la Ferrari con il suo modello 125 (si unirà dalla seconda gara, quella di Montecarlo) e la Maserati. Tutte, come da regolamento, con motore di cilindrata non superiore ai 1.500 cc (4.500 cc per le auto “aspirate”, ovvero senza il compressore volumetrico). Atipico, rispetto ai giorni nostri, anche il punteggio per aggiudicarsi il titolo: non punti da sommare di gara in gara, bensì soltanto i quattro migliori punteggi da considerare sul totale delle sette prove.
Sarà proprio questo meccanismo a negare la gioia del titolo mondiale a Fangio, il grande favorito del mondiale, nonostante le tre vittorie conseguite nella stagione. A decidere il mondiale è l’ultima corsa del calendario: il Gran Premio d’Italia a Monza. Sulla griglia di partenza Fangio ha un margine di quattro punti su Farina (26 contro 22), in gara conquisterà un punto in più per il giro più veloce (il regolamento premiava anche questo). Al 24° giro, però, è tradito dal cambio. Non si perde d’animo, si fa lasciare l’auto di riserva, ma si ferma definitivamente dopo altri 10 giri mentre Farina si aggiudica la gara e il campionato mondiale.