Si erge inconfondibile nel quartiere di Pigalle a Parigi, simbolo di spettacolo, divertimento e trasgressione: il Moulin Rouge, inaugurato il 6 ottobre 1889, è uno dei locali più famosi del mondo. Immortalato da tutti i turisti che si recano nella capitale transalpina e sempre frequentato da visitatori e residenti.
L’idea di aprire questo teatro è di Charles Zidler e di Joseph Oller. Due imprenditori, già soci, già protagonisti nel mondo del teatro parigino. Sono loro, nel 1888, che decido di aprire il teatro Olympia.
La loro idea, però, è quella di aprire anche qualcosa che si dedichi allo spettacolo meno impegnato, più frivolo, più coinvolgente. Un po’ sulla falsariga di quello che verso il 1870 era stato il Moulin de la Galette a Montmartre. Nasce così il nuovo locale, posto ai piedi della collina, con la costruzione anche di quello che diventerà il simbolo: il mulino rosso. Mai funzionante, in realtà, solo un motivo identificativo e di richiamo.
All’apertura l’idea si rivela fin da subito un successone. Tanti gli spettacoli in cartellone, soprattutto danzanti. E, come tutti ben sanno, guidati dal can can. Nato non qui come spesso si sostiene, ma qui reso celebre e immortale: è una ballerina del Moulin Rouge a inventare quelle mosse che ancora tutti conosciamo e che fanno alzare le gambe (e la gonna) alle danzatrici schierate in fila.
Spettacolo che ora ci fa battere le mani e sorridere ma che, all’epoca, viene accolto in modo sfavorevole dalla critica. Quelle gambe in mostra, quelle gonne che si alzano, spingono a dichiarare che il Moulin Rouge sia frequentato da damigelle ben poco raccomandabili. Poco male. A dispetto dei critici e dei sussurri che circolano in città, il cabaret qui continua ad andare a gonfie vele richiamando sempre più turisti.
A contribuire alla sua “riabilitazione” c’è anche un artista d’eccezione: il famoso pittore Henry de Toulouse-Lautrec, che proprio da questo locale trae motivi di ispirazione.Di fatto nel 1900, con l’Esposizione Universale di Parigi, tutti si precipitano alla Tour Eiffel, ma di sera diventano assidui frequentatori del Moulin Rouge.
Negli anni ci saranno novità. Dalla trasformazione a teatro per l’operetta fino all’esordio, nel 1907, di Mistinguett: quella che sarà la più famosa soubrette nella storia del locale.
Arrivano anche gli anni bui, naturalmente: il 1915 è caratterizzato da un incendio che devasta il locale. Sarà riaperto soltanto sei anni più tardi. Altro duro colpo viene inferto dalla popolarità del cinema. Crisi che sarà superata soltanto con una nuova trasformazione del Moulin Rouge, che diventa una sorta di night club. Passano anche gli anni della Seconda Guerra Mondiale, poi il rilancio con due personaggi d’eccezione: Edith Piaf e Yves Montand. Sono loro a restituire una dimensione internazionale al locale che, di lì a poco, richiamerà sul suo palco star provenienti anche da oltre oceano. Sale anche il “peso” degli ospiti. Tra questi la Regina d’Inghilterra (nel 1981) che porta a organizzare una serata chiusa al pubblico. L’anno dopo show esclusivo di Liza Minnelli. Poi arriva anche Frank Sinatra.
La fama diventa inarrestabile. Il locale continua a registrare il tutto esaurito. Un dato la dice lunga su quanto piaccia ancora oggi: ogni sera al Moulin Rouge vengono consumate circa mille bottiglie di Champagne. Musica, belle ragazze e un calice di quello giusto. E’ la serata perfetta per chiunque.
Gualfrido Galimberti