Sport tipicamente anglosassone, dove anche gli italiani iniziano a distinguersi sempre più, ma la storia è lì: il 17 ottobre 1860, al Prestwick Golf Club, si disputa la prima edizione del “The Open championship”. Per tutti è il British Open, uno dei quattro tornei “Major”. Il terzo nel calendario golfistico annuale, ma il primo in assoluto se consideriamo la sua storia. E, soprattutto, talmente prestigioso e universalmente riconosciuto da essere l’unico “Major” che si disputa al di fuori dei confini statunitensi.
La prima edizione, naturalmente, non ha nulla a che vedere con il ricco torneo che si disputa ora nel mese di luglio. La prima edizione viene disputata su 36 buche, un’unica giornata di gara, tra otto atleti che vogliono stabilire chi è il più bravo dopo la scomparsa di Allan Robertson che, da tutti, era indicato come il migliore in circolazione. Il successo sarà di Willie Park che, per due colpi, riuscirà ad avere la meglio su Tom Morris. Sarà un’edizione del tutto speciale, visto che dall’anno successivo, il 1861, il torneo apre anche ai non professionisti (di qui l’appellativo di Open).
Negli anni non mancheranno le novità. Tra le maggiori l’aggiunta di altri club finché, dal 1920, il British Open finisce esclusivamente nelle mani del Royal and Ancient Golf Club di Saint Andrews. Nel frattempo, dal 1892, l’Open non rimane confinato alla 36 buche, bensì si passa alle 72. E, nel 1898, per la prima volta si passa all’introduzione del “cut”, ovvero del taglio dei giocatori più indietro nella graduatoria, al termine dei primi due giri.
Malgrado l’unico organizzatore, tuttavia, il British Open al giorno d’oggi prevede ben nove campi da gioco che, a rotazione, si alternano quale sede della manifestazione.
Uno di questi, il Carnoustie Golf Links, non molto distante da Dundee, a noi dice qualcosa in particolare: è il campo dove si è disputata l’edizione 2018 che ha visto il trionfo di Francesco Molinari. Un successo che lo porta direttamente nella storia di questo sport, primo italiano di sempre non solo a vincere il British Open ma, addirittura, ad aggiudicarsi un “Major”.