E’ stato uno dei più grandi tenori italiani, il più popolare nel dopoguerra, il preferito in assoluto da un big come Luciano Pavarotti: parliamo di Giuseppe Di Stefano, morto ormai infermo nella sua casa brianzola di Santa Maria Hoè il 3 marzo 2008.
Cantante per caso. O, meglio, per colpa dell’amico Danilo Fois che lo porta sempre con sé nel loggione della Scala. Finirà per appassionarsi anche lui alla lirica. Sarà lo stesso Fois, insieme ad altri amici, ad aprire il portafoglio e a pagargli le lezioni di canto intuendo in lui potenzialità davvero notevoli.
Durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, rispedito a casa in convalescenza, trascorrerà mesi in Svizzera a cantare. L’attività inizierà in modo serio dopo il conflitto. E lui, nel giro di poco tempo, viene acclamato in un numero sempre maggiore di teatri. Sempre più importanti. In un attimo si ritrova nel 1947 alla Scala. Non più nel loggione, ma come protagonista. Un anno dopo sarà al Metropolitan di New York, dove sarà a lungo applaudito e ospite fisso per anni.
Nel 1951 l’incontro più importante della sua carriera, quello con Maria Callas. I due canteranno insieme pressoché ovunque, memorabili le loro interpretazioni sotto la direzione di un altro mostro sacro quale Herbert Von Karajan. Anni intensi di attività finché, negli anni ’60, inizia a ridurre la sua presenza nell’opera. Forse una voce che non è più quella dei primi anni, forse lo stress, la scelta sarà quella di dedicarsi a recital, concerti, operette, insegnamento. Con un’unica eccezione: il tour mondiale nel 1973 insieme alla Callas.
Nel 2004, a 83 anni, durante una rapina nella sua villa in Kenya viene aggredito dai malviventi. Bastonate che lo lasciano praticamente tramortito: subirà tre operazioni, entrerà anche in coma. Non si riprenderà mai più. Quattro anni dopo, ormai infermo, dovrà arrendersi definitivamente.
Per chi ama la lirica è stato uno dei più grandi di tutti i tempi. Per la tecnica, per la potenza vocale, per la dizione. Lo stesso Pavarotti, che in queste caratteristiche ha raggiunto livelli di eccellenza mondiale, non nasconderà che Di Stefano è sempre stato il suo idolo e un modello di riferimento.