E’ stato il Mago Zurlì ma, soprattutto, ideatore e conduttore per 50 edizioni dello Zecchino d’Oro. Il 23 marzo ricordiamo non senza un pizzico di nostalgia Felice Tortorella, per tutti Cino, scomparso due anni fa all’età di 90 anni.
Uomo da una carriera un po’ atipica. Per lui si prospetta un futuro almeno da avvocato. La parlantina non gli manca e anche il percorso scolastico è quello giusto: studente alla facoltà di Giurisprudenza all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Mollerà tutto.
Scopre la sua strada partecipando a una selezione indetta dalla Scuola d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano, quella fondata da Giorgio Strehler: ben 1.500 i partecipanti, lui viene ammesso nell’élite dei 15. Per lui sarà una doppia fortuna. Non solo perché scoprirà tutti i segreti della recitazione, ma anche perché proprio qui darà vita al personaggio che lo accompagnerà per tutta la vita. Uno spettacolo dal titolo “Zurlì, mago Lipperlì”.
Lo stesso personaggio lo porterà in onda in televisione nel 1957 (“Zurlì, il mago del giovedì”) su spunto di Umberto Eco e, sempre con quelle vesti, darà vita due anni più tardi allo Zecchino d’Oro.
Una carriera inimitabile: sarà il presentatore dello spettacolo fino al 2008. Nel record era già entrato nel 2002, unico uomo al mondo a condurre per 45 anni di fila la stessa trasmissione.
In realtà nella vita ha fatto anche altri programmi. Sempre dalla sua mente (autore e regista) arriva “Chissà chi lo sa?”, quiz per ragazzi andato in onda per 12 anni tra il 1961 e il 1972.
Confinarlo ai programmi per ragazzi, tuttavia, è un errore: è autore de “Il Pomofiore”, ma anche de “La Bustarella”: il programma trasmesso da Antenna 3 e considerato anche un po’ osé. Nella doppia veste di autore e regista, invece, nella trasmissione di Ric e Gian. Già, anche autore comico, anche con Antonio Ricci (il papà di “Striscia la notizia”), scrivendo testi per Beppe Grillo.
Nella storia dello spettacolo, insomma, ha lasciato un segno. Sulle grandi televisioni nazionali, sulle piccole emittenti locali. Sempre pronto a mettersi in gioco, sempre amato dal pubblico.