Tutti i neo sindaci in trasferta al Pirellone. Non per una manifestazione di protesta bensì, per la prima volta in assoluto, ricevuti tutti insieme dopo il loro successo elettorale dal governatore Attilio Fontana. “Volevo farvi scoprire la strada per venire in Regione – ha esordito Fontana – c’è la possibilità di compiere buone scelte insieme per dare risposte alle esigenze dei cittadini”. Il governatore ha spiegato di avere grande rispetto per i sindaci (“Io lo sono stato per tre legislature e mi riconosco nel ruolo”) e per il loro lavoro, giudicato “esaltante, gratificante, estremamente difficile”.
Fontana, ribadendo l’importanza del percorso verso l’autonomia che si sta compiendo in questi mesi, ha invitato i sindaci a farsi vivi in Regione. “Non datemi del lei – ha detto ai numerosi presenti, tutti con la fascia tricolore nella Sala Biagi di Palazzo Lombardia – così come io non farò con voi. Troviamo un modo di lavorare insieme, vi aspetto nuovamente qui da me in altre occasioni, con meno cerimoniale e più concretezza da portare sui tavoli”.
A ricevere i sindaci anche Alessandro Fermi, presidente del Consiglio regionale, che ha voluto ricordare con piacere il suo passato da sindaco come l’esperienza politica e amministrativa più gratificante della sua carriera: “Mi congratulo con voi per la vostra vittoria e vi ringrazio anche per avere accettato di candidarvi. Non è scontato: su 955 Comuni lombardi in 200 si è registrato il caso della lista unica. E in non pochi casi è arrivato il commissario ancora prima delle elezioni. Indipendentemente dalla coalizione che vi sostiene, avete due compiti: il primo è quello di agire nell’interesse della vostra comunità che vi ha scelto il 26 maggio. Il secondo è quello di avvicinare la gente all’attività amministrativa, soprattutto i giovani”.
Prima di dedicarsi alle foto di rito il governatore Fontana ha invitato tutti i presenti al banchetto per il brindisi: “Ricordatevi che siamo la Lombardia – ha spiegato ai sindaci – e quindi non vi capiterà altre volte. Oggi uno spumantino e il parmigiano, qui ci si rimbocca le maniche e si lavora, non è il posto dove si mangia a sbafo”.