MONZA – Sette morti sul lavoro in sette mesi. Questo il bilancio pesantissimo del 2019 del lavoro in Brianza. Non ce l’ha fatta l’operaio caduto dal tetto di un cascinale in demolizione a Varedo. Il settore delle costruzioni è il più colpito in Brianza dalle morti bianche.
Alla sua famiglia va il cordoglio delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza che più volte in questi mesi si sono mobilitate per chiedere maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro, più formazione ai lavoratori e più controlli nelle aziende e nei cantieri.
Il 7 giugno scorso i Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) si erano dati appuntamento per una marcia unitaria: una manifestazione che aveva sfilato per le vie del centro città al grido “basta morti sul lavoro” che si è conclusa in prefettura. E proprio con la prefettura i sindacati stanno costruendo un nuovo protocollo a livello provinciale con l’obiettivo di aumentare la capacità di fare sistema di tutti i soggetti territoriali per migliorare la prevenzione degli infortuni.
“Un altro lavoratore non farà ritorno a casa in Brianza – è il commento amaro delle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil e delle categorie degli edili –. Laboriosa e ricca, la nostra provincia sta mostrando la sua faccia peggiore nella sicurezza sul lavoro. Sette morti dall’inizio dell’anno mostrano l’esigenza di un maggior numero di ispettori e di controlli, oltre alla necessità di un avanzamento culturale”.
“Il tempo delle discussioni – hanno concluso le rappresentanze sindacali – deve essere sostituito con l’agire di tutti i soggetti preposti”.