MEDA – “Follia. Realizzare il sottopasso tra le via Seveso e la via Cadorna è una scelta semplicemente folle”. In questi giorni di facile entusiasmo, in cui tutti i cittadini hanno manifestato la loro soddisfazione per lo stanziamento regionale (14,35 milioni di cui 9 milioni per Meda e 5,35 milioni per Seveso), c’è chi non nasconde la sua preoccupazione e la sua contrarietà. Gianni Del Pero avverte che quell’opera è la scelta più sbagliata che si possa compiere. Ancora prima che da medese, lo dice nelle sue vesti di geologo. Davvero stimato dal punto di vista professionale, tanto da essere diventato negli anni un punto di riferimento anche per molti Comuni della zona.
“Ecco – afferma Del Pero – vorrei che fosse chiaro il giudizio da tecnico. Da cittadino non posso negare che la linea ferroviaria in molti casi sia un ostacolo quasi insormontabile. Da geologo, però, dico no al sottopasso con tutte le mie forze. O, almeno, no al sottopasso in quell’area. L’opera sarebbe devastante: in pochi metri abbiamo la presenza di due torrenti e di un collettore fognario. Pensiamoci bene prima di aprire il cantiere”.
Per spiegare perché si tratta della zona “meno idonea in assoluto nel territorio cittadino”, Del Pero cita un termine che, in questi ultimi anni, ha creato non poche preoccupazioni ai sindaci brianzoli: “E’ ad alto rischio alluvionale. Proprio in questo modo l’area è classificata negli atti ufficiali. E’ inoltre vicinissima al Tarò, che ha un regime torrentizio estremo e che, alla prima pioggia, rischia sempre di esondare e di creare problemi. Lo sanno bene i progettisti che, hanno deciso di spostarlo di qualche decina di metri. E anche questa decisione per me è da ritenere folle. Il torrente spostato verso Seregno, più verso il cimitero, in un percorso non suo. Abituiamoci a pagarne le conseguenze”.
Se il torrente, tuttavia, è un rischio visibile, c’è un alto elemento che il geologo invita a considerare e che quasi nessuno conosce: “Sotto alla via Seveso c’è il torrente ‘Sevesetta’, attivo fino agli anni ’30 o ’40. Ho avuto modo di riscontrarne la presenza in occasione di alcuni lavori svolti per privati. Facciamo attenzione che l’acqua è ancora presente. In queste condizioni non mi azzarderei a scavare sotto la ferrovia per il passaggio delle auto. E, ancora, non dimentichiamo che sempre lì abbiamo anche l’ostacolo del collettore fognario. Tre elementi che mi bastano per dire che i 9 milioni stanziati dalla Regione sono importanti, ma occorre fare una seria riflessione prima di agire a cuor leggero”.
Città costretta a essere divisa dalla ferrovia, dunque, secondo l’opinione di un tecnico? “No – replica Del Pero – in via Trieste, per esempio, abbiamo qualche criticità in meno. Però ritengo che Meda sia più adatta ai sovrappassi. Uno è quello pensato per superare le ferrovie dello Stato al confine con Seregno. Un altro varco, per le Ferrovie Nord, lo abbiamo in via Martesana con prosecuzione in via Busnelli fino al terreno vicino allo svincolo della Milano-Meda. Sarebbe a due passi dal sottopasso di via Seveso/via Cadorna che hanno in mente ora e costerebbe molto meno. Sovrappasso in via Seveso? No, perché creerebbe problemi di coabitazione e sicurezza a causa dell’alta densità edilizia”.
Per Del Pero, infine, sul tavolo ora c’è anche il problema delle risorse economiche: “Ben vengano i 9 milioni dalla Regione – conclude – ma il progetto definitivo tre anni fa stimava il costo del sottopasso in almeno 10 milioni di euro. Tra la scelta folle dal punto di vista idrogeologico e i soldi che non bastano, invito tutti a fare una riflessione”.
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Ma se il progetto definitivo stimava come ricorda il geologo 10000000 di euro perché mi domando ne stanziano solo nov e? gli altri che mancano chi ce li mette? poi si sa che a lavori finiti i costi superano sempre i preventivi , perciò secondo me il vero problema è questo.