SEREGNO – “Durante la giornata tutto è spento e non si vede nessuno, ma alla sera miracolosamente verso l’imbrunire iniziano a spuntare le persone, ovviamente musulmane”. Il gruppo consiliare della Lega non demorde sulla vicenda del centro culturale islamico che avrebbe dovuto aprire i battenti negli spazi dell’ex Pirelli in via Milano: quotidianamente i consiglieri comunali, o comunque altre persone che gravitano attorno alla sezione locale del Carroccio, vengono a controllare la situazione.
“Sono passati alcuni giorni da quando è scoppiato il caso – spiega Gabriella Cadorin – e di giorno davvero non c’è nessuno. Le figure iniziano a spuntare dopo le 18.30 ed entrano tutte nello stabile. Ecco, in Consiglio comunale ci è stato spiegato che la domanda è stata presentata per esercitare un’attività produttiva, ma non credo proprio che l’azienda inizi a produrre spezie dopo le 18.30. Il dubbio su quanto avviene all’interno di quei locali a noi resta”.
In Consiglio comunale il sindaco aveva elencato i ripetuti controlli effettuati sul posto da parte della Polizia locale e, per quanto riguarda la destinazione urbanistica, anche da parte dell’ufficio tecnico. Frasi che non erano state sufficienti per calmare l’ira della Lega, che subito aveva replicato facendo presente che il Comune non si era neanche accorto di un cartello per il numero civico, acquistato chissà in quale negozio e affisso fuori dalla proprietà senza presentare alcuna pratica.
“Noi siamo sempre per la difesa del territorio – afferma Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega in Consiglio comunale – vigiliamo su tutto quello che va storto. Questa vicenda del centro culturale islamico o, comunque di questo insediamento che ai nostri occhi appare ben poco chiaro, l’abbiamo contestato direttamente all’amministrazione comunale. Ora non troviamo elementi rassicuranti. Malgrado le polemiche l’impressione è che qui si svolga un’attività non produttiva né artigianale”.
Il gruppo della Lega confida in ulteriori controlli da parte della Polizia locale affinché si possa fare chiarezza nell’interesse di tutta la comunità. Al di là di opinioni personali e politiche. Lo stesso sindaco Alberto Rossi aveva provveduto a sgomberare il campo dagli equivoci: “Qui non si tratta di essere a favore o contro un centro culturale islamico. Semplicemente lì dal punto di vista urbanistico non è consentito questo tipo di attività. Non sono consentite riunioni di alcun tipo. E’ un’area produttiva”.
“Oltre al mancato rispetto delle regole evidenziato dal volantino che annunciava l’inaugurazione del centro culturale – conclude Cadorin – questa sembra un po’ una presa per il popò. Staremo a vedere. Noi, in ogni caso, continuiamo a tenere alta la guardia”.