CESANO MADERNO – “A Cesano Maderno è arrivato l’Ayatollah?”. E’ la domanda che si pone Andrea Monti, vice capogruppo della Lega in Consiglio regionale, dopo avere udito le ultime novità che arrivano dalla città brianzola: “In commissione il consigliere comunale Sara Spadafora – spiega Monti – ha proposto di modificare il regolamento per le affissioni vigente a Cesano Maderno, per sottoporre a controllo tutti i cartelli sanzionando quelli ritenuti ‘sconvenienti’ rispetto all’immagine della donna”.
Non è la prima volta che la Lega si scaglia contro Spadafora: “E’ quella che ha bollato come sessista l’espressione del Codice Civile ‘buon padre di famiglia’ – commenta Monti – e adesso se la prende con i cartelloni pubblicitari, rei di mercificare il corpo femminile. E così, non paga della crociata contro il legislatore maschilista, adesso si cambia obiettivo, in pieno stile iraniano, da guardiani della rivoluzione. Ma a ragion del vero occorre dire come il consigliere Spadafora possa vantare un alleato di tutto rispetto: l’Unione europea, dove il Parlamento, ben 12 anni fa, votò una risoluzione riguardante le pubblicità di collant e mutandine. Questo perché le istituzioni comunitarie, oltre a misurare le zucchine, creare semafori per formaggi e prosciutto, hanno trovato anche il tempo di fare la guerra alle foto delle gambe delle donne, che evidentemente danno fastidio a qualcuno in particolare”.
“Forse ci sono persone che anche a casa nostra preferirebbero il metodo iraniano – aggiunge l’esponente del Carroccio -, dove le donne vanno coperte dalla testa ai piedi e sono colpite da divieti assurdi e fuori dal tempo. E parrebbe che a qualcuno questo faccia piacere, al punto da volerlo riproporre in Europa e, perché no, anche a Cesano Maderno, dove fra le altre cose è presente una delle più numerose comunità pakistane della zona”.
“Personalmente – conclude Monti – faccio appello al sindaco di Cesano perché la proposta venga rispedita al mittente. Evitiamo di trasformare la città in un quartiere di Teheran, anche perché le donne meritano di meglio: ovvero la libertà di continuare a fare ciò che vogliono, vestite nella maniera che preferiscono”.