Sale il numero dei morti causati dal 2019-nCoV, quello che per tutti è il coronavirus: in Cina si contano al momento 80 decessi e più di 2.300 casi di contagio. La convinzione, purtroppo, è che si tratta di numeri ancora parziali e che la dimensione del fenomeno è ancora tutta da scoprire nella sua drammaticità. Già ieri aveva destato scalpore il bilancio di 56 morti, poi le autorità di Hubei, centro del virus, hanno spiegato che bisogna aggiungerne altre 24 con 371 nuovi casi di contagio. L’allarme lanciato da Xi Jinping, Presidente della Repubblica popolare cinese, che aveva parlato di un’accelerazione del virus e della sua maggiore resistenza, ha subito trovato conferma. A questo va aggiunto il rischio paventato da Ma Xiaowei, ministro della Sanità: non sono ancora chiari i rischi della mutazione del virus.
La Cina ha isolato la zona di Wuhan, l’epicentro del virus, ovvero 56 milioni di abitanti. Istituiti controlli su tutti i mezzi di trasporto, vietato temporaneamente anche il commercio di animali selvatici. Il contagio, però, è arrivato anche all’estero. Il Canada ha dato riscontri su un caso a Toronto. Probabilmente si tratta di coronavirus anche a Vienna per quanto riguarda il caso dell’assistente di volo. In Svizzera due persone sono state messe in quarantena. In Italia, invece, i due casi annunciati sono stati smentiti dal Ministero. La soglia di attenzione resta alta, rafforzati i presidi medici negli aeroporti di Malpensa e Fiumicino.
Gli Stati Uniti vorrebbero far partire i loro mille connazionali, inclusi i diplomatici, via aerea martedì. Il governo francese ha annunciato un ponte aereo diretto per chi volesse rientrare da Wuhan, “in accordo con Pechino”. A patto, però, di sottoporsi ad una quarantena di 14 giorni una volta in Francia. Per quanto riguarda l’Italia – una cinquantina i nostri connazionali presenti in città o nella regione di Hubei – si lavora ad un trasferimento via terra verso sud nella provincia di Huhan a 350 chilometri di distanza. Il passo successivo sarebbe una quarantena di 14 giorni in un ospedale locale.