SEREGNO – Aveva già dichiarato che non riesce a digerire la partnership tra Aeb e A2A. Marco Fumagalli, il brianzolo capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Consiglio regionale, ora avverte anche i Comuni soci rimarcando evidenziando quello che, a suo modo di vedere, potrebbe diventare una caratteristica negativa della nuova realtà aziendale. Probabilmente leader sui mercati, ma con il rischio di rivelarsi tutt’altro che trasparente. Non solo per quanto riguarda i cittadini, ma perfino per quanto concerne l’attività di controllo da parte dei vari soci.
“L’accordo – spiega Fumagalli – non solo è una follia da un punto di vista politico industriale. Tra breve potrebbe avvenire quanto già sperimentato in altri casi simili: la completa carenza di trasparenza e informazione da parte della nuova società. Cosi come mi viene opposto in Regione il divieto di accesso agli atti per le società di proprietà a maggioranza assoluta di Regione ma quotate in Borsa, così accadrà anche ai consiglieri comunali di Aeb”.
Secondo l’esponente pentastellato, quando la partnership sarà ufficialmente sancita con il voto di tutti i Consigli comunali, sarà facile incorrere nel rischio di una società poco trasparente. C’è da mettere nel conto che i vari consiglieri delle diverse forze politiche, nell’esercizio delle loro funzioni, cercheranno a più riprese di farsi consegnare il materiale necessario. Per il consigliere regionale brianzolo, però, sarà molto probabile trovare la porta chiusa quando si andrà a bussare alla sede del gruppo: “Con la scusa di proteggere segreti industriali o di garantire il regolare andamento dei mercati finanziari, le notizie più spinose saranno tenute celate”.
Per confermare la sua tesi e cercare di fare capire che non si tratta di un’accusa gratuita, Fumagalli cita alcuni casi che ritiene problematici dal punto di vista dei rapporti e della trasparenza: “A noi in Regione capita con Ferrovie Nord Milano e Trenord. In Brianza capiterà con Aeb così come mi pare sia capitato a Monza per Acsm Agam”.
Il consigliere regionale, insomma, dà poche speranze ai Comuni soci riguardo alla possibilità di ottenere di volta in volta in documenti richiesti pur facendo leva sulla necessità di disporne per svolgere al meglio il loro compito: “La mancanza di trasparenza – sottolinea Fumagalli – è illegittima come affermato dal Difensore civico regionale. Ma chi avrà il coraggio e i soldi per ricorrere al Tar (Tribunale amministrativo regionale) per far valere le proprie ragioni? Il primo passo sarà non aggiornare il sito amministrazione trasparente fino ad arrivare a dire “ma siamo parte di un gruppo quotato non possiamo dire come selezioniamo e quanto paghiamo i nostri fornitori”. Addio trasparenza e partecipazione”.
Fumagalli: “La Corte di Giustizia UE travolge l’operazione Aeb-A2A”
Maggio 18, 2022