MONZA – Ha trascorso tutta la domenica nella “cabina di regia” che sta cercando di coordinare le operazioni per circoscrivere e contrastare il Coronavirus. Fabizio Sala, vicegovernatore della Lombardia, nella serata di domenica ha raggiunto i sindaci brianzoli nella sede della Provincia, per l’incontro con il Prefetto e, in teleconferenza, con il presidente Attilio Fontana.
Qual è il messaggio da diffondere dopo questa riunione?
“Il più importante è ben chiaro e lo stiamo evidenziando da giorni: non bisogna avere panico. Questo è un messaggio che vale ovunque, in modo particolare anche nella nostra Brianza. Forse è il caso di ricordarlo: non è ancora stata toccata direttamente dal virus. Ricordiamoci che si tratta di una epidemia simile a quella influenzale. Abbiamo adottato le misure necessarie per evitare che possa diffondersi su larga scala”.
I cittadini, però, assistono sgomenti a quanto sta accadendo. Le misure adottate dalla Regione non aiutano a pensare positivo.
“Le misure servono a prevenire il protrarsi del contagio. Sono state proposte, vagliate, studiate, da équipe di esperti con i quali ci confrontiamo in ogni momento della giornata”.
Dove arriverà questo virus?
“Difficile dirlo. A oggi ci basiamo su dati concreti e reali: il focolaio è concentrato nelle zone del lodigiano. Tutti gli altri casi di positività che sono stati registrati hanno un qualche punto di contatto con questo territorio: mi riferisco a medici, allo studente, anche alla notizia del pensionato deceduto in Veneto che, a quanto pare, aveva frequentato Codogno. Riuscire a circoscrivere il fenomeno non è facile, ma è molto importante. Al momento le nostre misure stanno producendo risultati significativi”.
Le istituzioni hanno individuato questa strategia. I cittadini, invece, che cosa possono fare?
“Molto semplice. Devo limitarsi ad adottare tutte quelle misure che servono per difendersi da una influenza. Dal punto di vista degli accorgimenti personali e igienici. E poi raccomando a tutti di chiamare il numero verde 800.89.45.45 per chiedere informazioni. Il 112 è da utilizzare soltanto in caso di emergenza. Ritengo doveroso sottolineare questo aspetto perché domenica abbiamo avuto le linee molto intasate a causa delle telefonate e risultava davvero difficoltoso intervenire con tempestività nelle situazioni di reale emergenza”.
Avete chiuso le scuole, vietato eventi di ogni tipo, obbligato i bar e i locali di intrattenimento ad abbassare le saracinesche dopo le 18 per vietare assembramenti: qualcuno si chiede perché, per gli stessi motivi, non sono stati chiusi anche i Comuni.
“Innanzitutto si chiude dove c’è il focolaio. Non ovunque. Noi seguiamo le indicazioni fornite dall’Organizzazione mondiale della sanità. Dove l’epidemia “galoppa” e il contagio è veloce, siamo intervenuti in modo più deciso. Abbiamo poi voluto prendere provvedimenti sul resto del territorio regionale per diminuire la velocità di diffusione del virus e per ridurre il fenomeno di epidemia”.
Lei è fiducioso sul risultato finale?
“Sì, decisamente. Perché abbiamo messo in campo tutte le azioni necessarie per tutelare la salute del nostri cittadini pur sapendo che alcune provocano disagio. Rimaniamo però della convinzione che sia meglio questo disagio oggi piuttosto che una pandemia domani. Durante l’incontro fatto domenica sera con i sindaci della Brianza ho trovato tanto buonsenso, voglia di collaborare attivamente. Vorrei fare i più sinceri complimenti a tutti gli amministratori brianzoli che stanno gestendo sia la comunicazione con il cittadino sia l’applicazione dell’ordinanza regionale in modo intelligente. Ce la faremo perché oltre a tutte le misure messe in campo la nostra popolazione ancora una volta saprà vincere una difficoltà che il destino ci ha fatto incontrare”.