SEREGNO – “Non puoi istituire la Questura di Monza e Brianza e dire che Seregno rimane in piedi. Delle due l’una. A volte la mattina, guardandomi allo specchio, mi stupisco di come sia potuto arrivare a fare il Capo della Polizia con la lingua che mi ritrovo. Io appartengo alla scuola di chi pratica l’etica della responsabilità, secondo la regola di Max Weber: per ogni azione vanno considerate le sue conseguenze”. Parole davvero chiare e inequivocabili quelle di Franco Gabrielli, Capo della Polizia, che torna sulla questione della Polstrada a Seregno e del trasferimento degli agenti a Monza. Atto dovuto, insomma, con la nascita della Questura. A dispetto di tutte le polemiche e di tutti i tentativi fatti dai vari gruppi politici per scongiurare l’eventualità.
Il primo a sgranare gli occhi di fronte a queste affermazioni è l’onorevole Nicola Molteni, sottosegretario al Ministero degli Interni ai tempi di Matteo Salvini: “Dopo quattordici mesi di lavoro al ministero – afferma il parlamentare brianzolo – non avrei mai immaginato una polemica di questo tipo per i contenuti e per le espressioni utilizzate. Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti dalla Lega al Governo, comprese le assunzioni di migliaia di uomini e donne in divisa: 3mila entro la primavera 2020 più altri 1.500 grazie ai concorsi”.
Forse stupito dai toni, non certo dal contenuto delle dichiarazioni, il sindaco Alberto Rossi: “Era chiaro a tutti che il famoso decreto del gennaio 2019 era definitivo e non consentiva di sognare. Nello stesso tempo le interlocuzioni che ci sono state con le parti politiche e con il sindacato di Polizia hanno fatto pensare che c’era lavoro in corso per stoppare il tutto e per trovare soluzioni diverse. Io non davo per scontata la chiusura. Ho sperato nel mantenimento degli agenti fino all’ultimo. Mi sono aggrappato a tutte le possibilità pur sapendo che non era una partita semplice da giocare. Formalmente, visto che il decreto è di gennaio e l’apertura della Questura è avvenuta in aprile, ciò che dice Gabrielli non fa una piega”.
Il sindaco, tuttavia, non ha alcuna intenzione di rivangare le polemiche. A Seregno, invece, l’appello all’unità si traduce nella nuova sfida: quella di portare in città gli agenti della Polfer, la Polizia ferroviaria. Proprio questa possibilità era emersa nel corso di uno dei colloqui avuti dal sindaco a Roma in occasione di un incontro al ministero per parlare di sicurezza.
“E’ un discorso ancora vivo – commenta Rossi – un arrivo in cui crediamo con tutte le nostre forze. C’è stato anche di recente uno scambio di lettere con il ministero. Di sicuro non è un percorso che si riuscirà a completare nel giro di pochi giorni. L’importante è procedere senza intoppi. Contemporaneamente va avanti anche il tema della riqualificazione della stazione: potremo mettere a disposizione della Polfer uno spazio di 400 metri quadrati al primo piano della struttura. Sede comoda e in posizione strategica”.
L’ottimismo al sindaco non manca. “Mai, sempre positivo e propositivo. Però incoraggia anche sapere che circa un mese fa è stato lo stesso ministero dell’Interno a sbilanciarsi dichiarando che sta lavorando per portare la Polfer a Seregno. Non dobbiamo convincere nessuno: bisogna lavorare tutti insieme nella stessa direzione”.