ALZANO LOMBARDO – Addirittura 110 casi polmonite piuttosto anomali, che nessuno ha mai potuto classificare come coronavirus, perché riscontrate in periodi non sospetti e perché, di conseguenza, il malato non è stato sottoposto al tampone. A mesi di distanza dal periodo pieno dell’emergenza, però, fanno davvero riflettere quei casi che i medici avevano già rilevato ad Alzano Lombardo nel 2019.
Secondo i dati diffusi dall’Ats Bergamo e dall’Asst Bergamo Est 18 polmoniti “con agente non specificato” nel mese di novembre, altre 40 a dicembre e, in crescendo, 52 nel mese di gennaio. A questi dati se ne aggiunge un altro: 256 polmoniti curate in zona in tutto il 2019 contro le 196 dell’anno precedente. Anche questo aumento è abbastanza inspiegabile, se non lo si legge con il senno di poi alla luce dell’emergenza Covid. Per l’Ats Bergamo, però, “gli esiti del lavoro sui ricoveri consentono di affermare con discreta ragionevolezza come non siano riscontrabili evidenze statistiche che facciano pensare a una presenza precoce di ricoveri per polmoniti” prima dello scoppio dell’epidemia.
Anche questo materiale sarà approfondito, così come le direttive del ministero della Sanità che, il 27 gennaio, non mettessero nel conto alcun test per chi non aveva avuto forme di contatto con la Cina o con persone provenienti dal Paese asiatico. Il 23 febbraio, di fatto, contravvenendo ai protocolli, il tampone ad Alzano Lombardo venne eseguito lo stesso scoprendo i casi di positività di due pazienti, poi purtroppo deceduti.