SEREGNO – “Ho fatto ricorso al Tar per sospendere l’operazione A2A e AeB perché conosco questo mercato da oltre 25 anni sono anche consapevole che in Emilia Romagna le aggregazioni sono state fatte in violazione sulla legge che impone le gare quando si tratta di cedere asset pubblici. E ora in Lombardia per fare la grande A2A usano lo stesso metodo con gli stessi ordini di scuderia. E come mi sono opposto per tante operazioni che non condividevo così mi sono opposto anche a questa. Consapevole delle difficoltà di poter far valere la mia legittimazione attiva”. Così Marco Fumagalli, consigliere regionale del M5S Lombardia, prende posizione dopo il comunicato diffuso dal Gruppo Aeb. Uno scritto contro chi ha promosso i ricorsi al Tar contro l’aggregazione societaria e che ha spinto Tiziano Mariani, consigliere della lista civica “Noi x Seregno”, a presentare un esposto in Procura.
“Gli interessi del mio territorio – afferma Fumagalli – li difendo con tutti i mezzi. È evidente che l’operazione di A2A e AeB è costruita a tavolino e che A2A vuole diventare egemone in Lombardia così come altri suoi competitor sono egemoni in altre regioni. Questo significa che siamo in un mercato oligopolistico e che ci sono intese in violazione della concorrenza tollerate dal potere politico e probabilmente perfino benedette. Sono assolutamente contro chi pensa che il bene dei cittadini sia quello di avere delle utility “too big to fail”. Né ho già abbastanza degli abusi delle Banche che non possono fallire ma possono “rapinarci” e delle compagnie telefoniche che lucrano con servizi al limite del legale. Per non parlare delle autostrade, un altro degli esempi di abuso da parte del potere politico ed industriale”.
“Difendo i cittadini, che piaccia o meno ai poteri forti – conclude Fumagalli – senza farmi intimidire o comprare e non avendo alle spalle un partito proprietario di televisioni o giornali o sovvenzionato da ricchi imprenditori, posso solo portare avanti la mia campagna politica con il mio convincimento e con le armi che mi sono consentite dall’ordinamento giuridico”.