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Coronavirus: in Lombardia nuove regole per l’accesso alle strutture per anziani e disabili

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 07 Ago 2020   Posted by Gualfrido Galimberti


MILANO – Novità per l’ingresso nelle Rsa lombarde, nei centri disabili e nelle strutture terapeutiche. “L’evoluzione positiva della situazione epidemiologica in Lombardia ha consentito di aggiornare e alleggerire le regole per gli accessi in sicurezza nelle strutture residenziali e nei centri diurni per anziani e disabili, e nelle comunità terapeutiche. Si può garantire altresì la possibilità di effettuare uscite educative e rientri a casa in perfetto equilibrio fra le esigenze assistenziali e terapeutiche e le norme di prevenzione anti Covid. Che rivestono una particolare delicatezza nei confronti di soggetti più fragili”. Lo afferma l’assessore al Welfare della Regione Lombardia illustrando i contenuti del documento approvato dalla Giunta Regionale. Documento che specifica le linee di indirizzo per l’accoglienza degli ospiti nelle diverse RSA/RSD, nei centri diurni integrati e nelle comunità terapeutiche della Lombardia.

“La prevenzione di nuovi focolai in queste strutture – aggiunge l’assessore – rimane una priorità assoluta. Nessuno intende abbassare la guardia. Le autorizzazioni e le modalità di accesso dei familiari alle strutture devono essere sempre valutate dal responsabile medico oppure dal Referente Covid-19, a tutela del paziente e degli altri ospiti. Questo al fine di commisurare sicurezza e attenzione ai bisogni di salute anche relazionali. Gli incontri con i genitori e/o altri familiari, infatti, costituiscono spesso parte integrante dei programmi terapeutici dei pazienti, ad esempio, con disturbi psichici e di dipendenza. La medesima valutazione deve riguardare le uscite educative e lavorative o di svago per gli ospiti”. Gli Enti gestori del settore sociosanitario sono chiamati a predisporre un piano organizzativo gestionale con relative procedure/istruzioni operative, sottoscritto dal Legale Rappresentante, da trasmettere formalmente alla Ats territorialmente competente insieme all’individuazione di un referente Covid.

Tutte le strutture sociosanitarie (accreditate e a contratto, accreditate ma non a contratto o solo autorizzate) devono predisporre il piano organizzativo-gestionale di cui sopra. E devono essere attrezzate per l’eventuale gestione temporanea in sicurezza di casi affetti da Covid-19 che dovessero comunque insorgere tra gli ospiti/pazienti. “Abbiamo previsto che il tampone pre-ingresso (oltre al contestuale test sierologico) – prosegue l’assessore – potrà essere eseguito direttamente presso il Centro in cui la persona verrà presa in carico, a patto che la struttura stessa abbia individuato l’allestimento di un’area di accoglienza temporanea dedicata e l’adozione di misure organizzativo logistiche idonee a garantire adeguato distanziamento fisico e isolamento funzionale fra gli ospiti”.

Quest’ultima possibilità è garantita in modo particolare qualora l’isolamento fiduciario al domicilio non sia praticabile per motivi sociali, ambientali o familiari. Oppure, anche, nel caso l’ospite/paziente presenti una grave compromissione clinica. Per esempio mostri disturbi comportamentali, disturbi dello spettro autistico, disabilità intellettiva. O, ancora, più in generale, nel caso necessiti di alti livelli di specializzazione assistenziale non procrastinabili.

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