BRUGHERIO – Nel pomeriggio di ieri, i militari della stazione di Brugherio hanno arrestato un trentenne dell’est Europa, incensurato, responsabile di truffa aggravata commessa nei confronti di una anziana del posto. La modalità per eseguire le truffe, purtroppo, sono molto variegate; nel caso in questione è corrispondente ad una modalità di perpetrazione assai frequente e pianificata nei minimi dettagli.
Nello specifico la vittima era stata contattata, poco prima, sul telefono di casa da un sedicente carabiniere che le aveva richiesto la dazione di una cospicua somma di denaro o di altri beni, per rilasciare la figlia trattenuta in caserma poiché responsabile di un sinistro stradale mortale. La telefonata era stata perentoria e assolutamente chiara nella finalità: soldi per far rilasciare la figlia fermata. Per avvalorare quanto le aveva prospettato, il finto carabiniere ha ceduto il telefono ad altra complice – una ragazza che nella concitazione del momento era riuscita a spacciarsi per la figlia – implorando alla madre di ottemperare alla richiesta. La povera anziana, spaventata e disorientata, accettava di consegnare i beni ad un altro complice – un presunto notaio che si sarebbe presentato alla sua porta. Ma il “notaio” non aveva considerato la possibilità di essere smascherato durante la sua azione criminosa.
I carabinieri di Brugherio prontamente intervenuti per escutere la donna a truffa ormai consumata riuscivano a raccogliere la descrizione sommaria del finto notaio: colore capelli, colore dei vestiti, altezza. Ed è proprio grazie a questi elementi che si è riusciti ad interrompere il delitto. Infatti, simultaneamente, un privato cittadino, che si trovava in un bar lì vicino, ha segnalato ai Carabinieri la presenza di un soggetto sconosciuto e apparentemente “strano” nei modi, con una busta di plastica. La descrizione era perfettamente combaciante.
L’immediato intervento di un equipaggio della Stazione di Brugherio pertanto ha permesso l’individuazione del soggetto che nel frattempo – visto l’arrivo dei militari – si era nascosto nel bagno del bar cercando inutilmente e in modo approssimativo di nascondere ed occultare la refurtiva. Definitivamente bloccato e recuperata la refurtiva (dal valore di circa 50.000 euro) si è proceduti alla riconsegna dei monili e degli orologi poco prima asportati con immensa gioia dell’intera famiglia della vittima.
Dalle testimonianze raccolte dalle vittime di truffe nel corso del tempo, si comprende che le modalità più ricorrenti con cui i ladri cercano di entrare nelle case, consistono nel qualificarsi come tecnico addetto al controllo dell’acqua o della corrente elettrica, incaricato di ispezionare l’impianto domestico. In qualche caso il truffatore si spaccia per un poliziotto/carabiniere in borghese o con elementi richiamanti le uniformi o addirittura suona al campanello dicendo di essere un sacerdote venuto per benedire l’abitazione. Anche le società che erogano servizi e gli operatori presenti sul libero mercato, che si avvalgono della collaborazione di agenti “porta a porta”, confermano che il personale deve essere munito di tesserino di riconoscimento e in nessun caso è autorizzato a riscuotere o restituire somme di denaro a domicilio.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Monza Brianza dopo questo episodio tornano ad avvertire i cittadini di diffidare da telefonate sospette e a contattare immediatamente le forze dell’Ordine al 112, comunicando l’accaduto.