SEREGNO – Da una parte il consigliere regionale Andrea Monti (Lega), dall’altra i sindaci Alberto Rossi (Seregno) e Roberto Corti (Desio): la vaccinazione antinfluenzale fa litigare in Brianza.
Il primo affondo è del brianzolo Andrea Monti, consigliere regionale, che non ha gradito il post del primo cittadino sulla mancanza di dosi vaccinali che hanno costretto a interrompere la campagna antinfluenzale: “Il sindaco Rossi pensi a non creare inutile allarmismo e non faccia speculazioni politiche. Piuttosto collabori con tutte le istituzioni al di là di bandierine e colori politici, in un momento delicato in cui l’emergenza sanitaria ha messo in difficoltà non solo la Lombardia, ma anche le altre regioni. Diversamente, sarebbe inqualificabile, come l’assenza del Governo nazionale, al quale spetta la competenza di gestire la pandemia”.
Il sindaco nei suoi vari interventi aveva più volte spiegato che la vaccinazione a Seregno era stata programmata per il 16 ottobre e che, a causa della mancanza della disponibilità del vaccino, era stato rinviare l’inizio della campagna per cinque volte, arrivando così alla fine di novembre. Dopo due settimane di vaccinazioni, però, il brusco stop per a causa della carenza delle dosi vaccinali.
Il consigliere regionale Monti spiega che “i medici di medicina generale della Provincia di Monza e Brianza hanno già ricevuto l’83 per cento delle dosi di vaccino antinfluenzale previste per la popolazione target, tra cui gli ultrasessantacinquenni. La campagna prosegue, i dati sono buoni”.
Il primo cittadino di Seregno, però, non porge l’altra guancia e replica con toni decisi: “Sono profondamente preoccupato dal fatto che un componente del Consiglio Regionale di Regione Lombardia trovi il tempo, in un periodo come quello che stiamo vivendo, per polemizzare con un sindaco del territorio, la Brianza, da cui egli stesso proviene, anziché trovare sinergie e soluzioni concrete per aiutare i nostri concittadini. Sono ancor più preoccupato perché le dichiarazioni rilasciate da Andrea Monti in merito alla campagna antiinfluenzale in corso sono perlomeno fantasiose, basta confrontarsi con chi la realtà la conosce bene: i medici di medicina generale (sono loro che non hanno vaccini da somministrare i propri pazienti) e i cittadini (sono loro che non trovano sul mercato dosi di vaccino neanche a pagamento)”.
Rossi cita a sua volta alcuni dati: “Secondo il consigliere regionale della Lega Nord, i medici di medicina generale della Provincia di Monza e Brianza avrebbero ricevuto l’83 per cento dei vaccini previsti. Per quel che riguarda Seregno i nostri medici, che ho interpellato personalmente, mi riferiscono cose ben diverse. Cifre alla mano, dichiarano di aver ricevuto il 71 per cento dei vaccini promessi (vaccini promessi che erano comunque meno di quelli che veramente servono…), che rappresentano il 62 per cento di quanti ne servirebbero. E questo calcolando solo le dosi necessarie per i pazienti over 65. Per i pazienti dai 60 ai 64 anni e per i giovani con patologie, le dosi di vaccino semplicemente non sono state consegnate. Cosa significa questo per i cittadini? Significa che ogni medico in media non riesce a vaccinare almeno un centinaio di propri pazienti che ne fanno richiesta”.
A dargli sostegno c’è anche Roberto Corti, sindaco di Desio, non chiamato in causa ma sdegnato di fronte ai dati citati da Monti: “Dagli esponenti della Lega in Consiglio regionale – afferma il sindaco – continuano ad arrivare dichiarazioni inopportune per non dire peggio, su quanto Regione Lombardia avrebbe fatto per tutelare le persone più esposte. Nei giorni scorsi i medici desiani sono stati convocati dall’Ats per la consegna di 3 vaccini (tre!) ciascuno. Considerato il numero di errori, alcuni molto gravi, commessi durante i mesi di pandemia sarebbe consigliabile tacere, piuttosto che avventurarsi in proclami, scaricando per giunta la colpa sul Governo, delle mancanze di Regione Lombardia. Ricordo che la sanità e l’acquisto dei vaccini antinfluenzali è responsabilità, oltre che dovere, delle Regioni. Dagli esponenti della maggioranza sarebbe auspicabile finalmente un atteggiamento più credibile e collaborativo”.