MISINTO – Dopo un anno difficile si era rimboccato le maniche per cercare di concludere l’anno in bellezza, pur rispettando le restrizioni imposte dal Governo. Fabio Mondini, titolare del ristorante “Club Horses” di Misinto, prima di Natale ha dovuto cancellare tutti gli ordini che aveva fatto dai fornitori e tutti i progetti per l’ultima decade dell’anno.
“Un vero e proprio peccato – commenta Mondini, già premiato nel 2016 come miglior professionista dell’anno per quanto riguarda la sommellerie – perché avevamo già programmato anche i festeggiamenti per salutare l’anno nuovo. Visto che quest’anno tutto sembra andare al contrario, l’idea era stata quella di proporre “Il pranzone di San Silvestro” per dare la possibilità di fare festa lo stesso”.
L’idea era quella di organizzare un’iniziativa dalle 12.30 alle 18. “I clienti – racconta il vulcanico imprenditore – all’ingresso sarebbero stati invitati a spostare avanti le lancette dell’orologio di sei ore. Un pranzo per tutti, poi cotechino e lenticchie verso le 16 per arrivare alle 18, quando ormai è tutto buio, a festeggiare l’anno nuovo con un collegamento in diretta con Singapore che, proprio in quel momento, entrerà nel 2021”.
Mondini, così come il mondo della ristorazione, intendeva così chiudere l’anno in bellezza sperando in un 2021 migliore. “Il 2020 è da dimenticare – racconta il ristoratore – visto che ci hanno fatto lavorare soltanto quattro mesi. Di questi, però, due sono quelli più utili per i ristoranti: a gennaio e a febbraio si registra sempre un calo di clienti che, dopo le festività, si concedono qualche uscita in meno. Quando c’è stata la riapertura abbiamo assistito a una veloce ripresa. La gente ha voglia di uscire ancora, il problema è che non ci lasciano lavorare. I ristoranti, insomma, stanno pagando il prezzo più alto: sarebbe stato sufficiente definire un numero massimo di clienti in base ai metri quadrati, poi ognuno avrebbe liberamente valutato se poteva risultate comunque sostenibile l’apertura o se tenere la saracinesca abbassata”.
Per il titolare del ristorante di Misinto questa esperienza lascerà comunque qualcosa al settore: “Io e i tutti gli altri ristoratori abbiamo dovuto aguzzare l’ingegno per cercare di sopravvivere. E’ inevitabile pensare a nuove idee. Per quanto mi riguarda ho pensato di creare una “banca del vino”, dove custodire le bottiglie dei clienti, che possono essere poi consumate sul posto o portate a casa”.
Nessun dubbio, invece, sul futuro della ristorazione: “A mio avviso non cambierà proprio nulla. Non vedo innovazioni all’orizzonte. E’ un settore che si basa sulle abitudini dei clienti. Potrebbe aumentare leggermente il servizio di asporto, ma i ristoranti non cambieranno: in Italia si mangia bene, sono luoghi accoglienti e anche sicuri per quanto riguarda l’eventuale possibilità di contagio”.