MONZA – “L’annuncio della ripresa delle attività didattiche solo al 50% e i piani confusionari delle istituzioni locali e regionali ci hanno portato a ribadire l’importanza di un rientro a gennaio in presenza e ed in sicurezza”. Lo dichiara Francesco Racioppi dell’Unione degli Studenti Monza e rappresentate dello Zucchi, evidenziando che “il Governo pensa solo allo stato emergenziale e non stanzia abbastanza fondi straordinari per rientrare in sicurezza, i tagli al diritto allo studio e la mancanza di progettualità dimostrano ancora una volta che la scuola non è una priorità”.
“I dati emersi dall’inchiesta – aggiunge Francesco Ghisellini dell’Unione degli Studenti Monza e studente del Nanni Valentini – offrono un ritratto di come non vogliamo che sia il rientro a gennaio, data la confusionaria gestione di settembre”.
TRASPORTI
Il 55% degli studenti monzesi viaggiava su mezzi di trasporto affollati per raggiungere la propria scuola. “Abbiamo bisogno di un intervento strutturale – continua Racioppi – che garantisca la salute della cittadinanza, finanziando il trasporto pubblico ed aumentando in maniera consistente le corse dove ce n’è necessità”. Il TPL secondo il Prefetto provvederà ad un “rafforzamento” fino al 20% del numero dei mezzi a disposizione della Provincia. “Basterà – si chiedono gli studenti – per eliminare le difficoltà e garantire la sicurezza di circa 40.000 studenti e studentesse, soprattutto se consideriamo le periferie, nel raggiungimento della propria scuola?”.
DaD
La maggior parte degli studenti, precisamente l’85%, trova che la DaD sia meno formativa di quella in presenza. “Ancora una volta gli studenti lamentano l’inadeguatezza di questo strumento – afferma Andrea Scicutella dell’ UdS Monza – dobbiamo smettere di considerarlo strutturale ed iniziare a trattarlo come misura esclusivamente emergenziale. La DAD mette in luce tutto quello che già prima del covid non funzionava nelle nostre scuole e contribuisce sia all’aumento della dispersione scolastica sia all’attacco al diritto allo studio. Problemi del genere, se non c’è un reale finanziamento su devices e connessione, rimarranno anche con una Didattica digitale integrata. Inoltre se si considera il rientro del 50% in presenza vuol dire che non sono stati fatti passi avanti rispetto ad inizio anno”.
LABORATORI
I laboratori in presenza sono stati garantiti solamente ad un’esigua minoranza degli studenti: solamente il 22,8%. “Risulta gravissimo – afferma Eleonora Porcu dell’UdS Monza- specialmente se si pensa che l’attività laboratoriale è centrale in alcuni percorsi di studio. Il danno alla qualità didattica è e sarà evidente in istituti come quelli tecnici, professionali, artistici, musicali e sportivi in cui la laboratorialità è centrale”.
EDILIZIA
“La maggior parte degli studenti considera “accettabile” la condizione edilizia della propria scuola – dichiara Sara Zoe Pontillo, responsabile della comunicazione – ma cosa vuol dire accettabile in una delle città più ricche d’Italia, dove i problemi di edilizia scolastica continuano ad essere presenti oltre alla nota situazione strutturale del LAS Nanni Valentini? Se molte scuole ci sembrano “accettabili” noi vogliamo di più: sono necessari dei reali finanziamenti per garantire la sicurezza della didattica in presenza e procurare gli spazi adeguati”.
“Cosa manca – conclude Racioppi – per tutelare la salute di tutti e tutte? Per cominciare la medicina scolastica, l’ampliamento degli spazi e l’eliminazione delle classi troppo numerose. Gli studenti di Monza vogliono essere ascoltati e presi in considerazione nelle decisioni che riguardano il loro futuro. Per questo il 13 gennaio ci ritroveremo in un’assemblea pubblica per confrontarci e rivolgere una richiesta studentesca comune alle istituzioni locali”.