DESIO – “Apprendiamo da numerosi cittadini, nonché dal personale scolastico, che presso le scuole medie “Rodari” non funziona la rete internet. E’ già da diversi anni che la scuola sollecita all’amministrazione comunale un intervento sulla rete internet, richiesta purtroppo disattesa ed inascoltata”. Il gruppo consiliare della Lega punta il dito contro il municipio, sottolineando che non si tratta di un imprevisto dell’ultimo momento.
“Dall’inizio della pandemia – spiegano i consiglieri del Carroccio -, circa un anno fa, è stata richiesta un’accelerazione dei lavori, mai cominciati, e solo una decina di giorni prima di Natale la fibra è arrivata a scuola. Il passaggio fisico dalla vecchia alla nuova rete potrebbe essere rapidissimo. Da settembre la dirigente scolastica chiede all’amministrazione comunale un intervento da parte di personale specializzato, ma fino alla settimana scorsa la risposta è sempre stata: “Entro la prossima settimana ci attiviamo”. Lunedì la Lombardia è entrata in zona rossa e le classi seconde e terze medie hanno iniziato la didattica a distanza: il caos più totale. Gli insegnanti hanno allora deciso di attuare, con enorme loro dispiacere, una sorta di protesta: si sono rifiutati di utilizzare i loro cellulari personali come hotspot; tutto questo affinché si potesse smuovere qualcosa, perché gli alunni venissero realmente tutelati nel loro percorso scolastico”.
“Nello stesso tempo, guarda caso, sono arrivati un gran numero di tecnici – affermano dalla Lega – per valutare assieme alla dirigente scolastica il da farsi. Dicono che oggi la situazione non sarà diversa. In pratica oggi la didattica a distanza è affidata alla buona volontà di insegnanti e dirigenti scolastici che, per garantire continuità e diritto all’istruzione, utilizzano mezzi personali, spesso, purtroppo e ovviamente, non sempre adeguati, con conseguente penalizzazione didattica e psicologica degli studenti che si trovano a dover “fare scuola” da casa. L’approccio alla problematica è ai limiti del grottesco: non solo l’Italia è stato l’ultimo Paese europeo a riprendere la didattica in presenza, ma assistiamo al paradosso di un ministro dell’Istruzione che vorrebbe venire incontro alle esigenze degli studenti e delle loro famiglie (pur avendole ignorate fin quasi alla scorsa estate), ma che deve fare i conti con il parere contrario delle Regioni e con altri cavilli burocratico-sanitari. E intanto in tutti i mesi di “tregua pandemica” intercorsi tra la prima e la seconda ondata, nemmeno una delle reali emergenze (dallo sfoltimento delle classi-pollaio, alla carenza di trasporti scolastici, fino al sottodimensionamento dei docenti) è stata minimamente affrontata”.
I consiglieri della Lega restano con le loro perplessità e con interrogativi a cui vorrebbero risposte nell’interesse di tutti: “E’ stato fatto credere per mesi che la priorità assoluta per le scuole italiane fosse l’acquisizione di due milioni e mezzo di banchi a rotelle, con il risultato che il diritto allo studio degli studenti viene puntualmente calpestato e leso per mancanza di intervento da parte delle amministrazioni e, di conseguenza, per la mancanza degli strumenti essenziali. E’ davvero deplorevole. Perché i ragazzi, i nostri figli, devono pagare per tutti, pagare le incompetenze, le mancanze, i ritardi del mondo degli adulti? Immediate e spontanee due domande: in che modo e con quali tempistiche sono stati impiegati i 250.000 euro che l’amministrazione desiana ha affermato più volte di aver utilizzato? Come e quando sono stati utilizzati i 200.00 euro stanziati da regione Lombardia nell’ambito del piano Marshall, finalizzati proprio alla realizzazione dei lavori di cablaggio degli edifici scolastici, a completamento della connessione in fibra ottica (cablaggio interno delle scuole)?”.