SEREGNO – Sono partiti dalla Brianza per portare il loro malcontento a Milano, sotto le finestre della Regione Lombardia. A passo d’uomo, o quasi: un centinaio di auto, con tutti gli imprenditori che gestiscono bar, ristoranti e discoteche, hanno percorso a bassa velocità la Ss 36 per unirsi ai colleghi della città di Milano e raggiungere il Pirellone con la scorta delle auto di Polizia. Lì, nel pomeriggio, sono stati ricevuti direttamente dal governatore Attilio Fontana.
“Abbiamo voluto fare le cose in regola – racconta Mauro Meda, noto imprenditore di Seregno – perché noi siamo abituati ad agire così. Abbiamo anche lasciato libera la corsia di sorpasso e quella di emergenza della Valassina lungo tutto il nostro viaggio da Verano Brianza fino a Milano. Il senso dell’iniziativa è molto chiaro: a tutti gli automobilisti che hanno subito il disagio, magari arrivando in ufficio in ritardo per colpa nostra, abbiamo voluto far sapere che per noi lavorare è addirittura impossibile. Non ce lo permettono”.
La reazione degli automobilisti è stata molto apprezzata dagli imprenditori brianzoli: “Malgrado il disagio – spiega Meda – lungo il tragitto ci hanno manifestato la loro solidarietà in più occasioni. Hanno capito il momento di difficoltà che stiamo vivendo e la nostra decisione di rivendicare i nostri diritti”.
Bar e ristoranti, del resto, sono due delle attività che stanno pagando il prezzo maggiore in questo periodo di emergenza Covid a causa delle continue restrizioni.
“Abbiamo lavorato solo un paio di mesi – commenta Meda – dopo il lockdown della prima ondata di contagi. Poi ci hanno costretti a chiudere di nuovo a fine ottobre, raccontandoci che il provvedimento era necessario per poter fare il Natale. Purtroppo abbiamo visto tutti com’è andata. Ci hanno lasciato fare l’apporto, qualche mezzogiorno, poi di nuovo la chiusura nel periodo delle festività e in questo mese di gennaio senza alcuna prospettiva concreta sulla riapertura. Non si può andare avanti così”.
L’imprenditore brianzolo, al di là dello sfogo, ricorda che tutto il settore sta sopportando un sacrificio enorme: “Gli aiuti che ci hanno offerto – spiega il seregnese – servono a ben poco. Non solo per i mancati introiti, ma anche perché ci sono comunque spese fisse che dobbiamo continuare a sostenere nel frattempo tra affitti e utenze, in molti casi anche per il personale sebbene si lavori a ritmo ridotto”.
Scarso, purtroppo, l’impatto della cassa integrazione. “Non mi risulta – conferma Meda – che qualcuno del settore l’abbia percepita dal mese di ottobre in poi. Tutti in attesa”. La situazione, in realtà, è ancora peggiore: ci sono numerosi casi di imprenditori del settore che, viste le lungaggini burocratiche, hanno anticipato di tasca propria ai dipendenti quanto dovuto dallo Stato. L’unico gesto che hanno potuto fare in questo periodo, a parte alzare tutte le sedie sui tavoli del locale e incrociare le braccia in attesa di provvedimenti del governo meno penalizzanti.