MONZA – “Tra qualche anno entrerà in funzione a Monza la M5 con 7 stazioni urbane ed è il momento di ripensare e preparare per tempo la riorganizzazione del trasporto pubblico in città, intorno a questo asse di forza metropolitano”. Lo sottolinea HqMonza, associazione attiva sul fronte della mobilità e della vivibilità del territorio, sempre pronta ad andare oltre la fase della critica: il modo di agire, anzi, è quello di sottoporre sempre proposte alle istituzioni.
Proprio con questo spirito nei giorni scorsi è stato inviato in Comune il primo di due documenti di analisi e proposte sul tema mobilità . “Rilanciamo innanzitutto la nostra idea dei minibus a domanda – spiegano da HqMonza -, confortati da nuove esperienze positive in aree densamente urbanizzate di altri Paesi. E’ tra l’altro un servizio ideale per la transizione verso la città “smart”, che vedrà in pochi anni – ma già sta vedendo – la crescita del telelavoro e della domanda di servizi personalizzati”.
“Il momento è tanto più opportuno – rimarcano gli esponenti dell’associazione – visto che l’amministrazione comunale sta preparando il Pums, piano urbano della mobilità sostenibile. Non vorremmo che Monza si limitasse a ragionare su piste ciclabili e pedoni, come sembra suggerire il questionario online del Comune rivolto ai cittadini sul tema”.
“Le città stanno cambiando, anche Monza. Il trasporto locale di massa casa-lavoro-casa appartiene al passato – afferma Isabella Tavazzi, portavoce di HqMonza -, oggi ci vogliono soprattutto flessibilità e capillarità per piccoli gruppi. Vincere questa sfida è una delle chiavi per avere una città sostenibile e di qualità”. “La predisposizione di un piano della mobilità sostenibile per una città importante come Monza – aggiunge l’ingegnere Paola Ghezzi, componente del gruppo di lavoro sulla mobilità di HqMonza – non è una sciocchezza e dovrebbe chiamare a raccolta tutte le esperienze e capacità disponibili. Per questo pensiamo che il Comune dovrebbe coinvolgere maggiormente gli ordini professionali”.