CARATE BRIANZA – Nei giorni scorsi i carabinieri di Carate Brianza hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere in sostituzione degli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari di Monza nei confronti di un campano 74enne, da anni residente in città, coniugato, pensionato, pregiudicato per reati contro la persona.
A determinare il trasferimento in carcere sono state le indagini dei Carabinieri della stazione cittadina, che hanno accertato la violazione della misura restrittiva a cui era stato sottoposto. In particolare l’uomo, benché condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione in regime domiciliare, ha cercato nuovamente di avvicinarsi a una quindicenne sulla quale aveva compiuto atti di violenza sessuale.
Tutto ha origine da una denuncia sporta dai genitori di una 15enne il 22 maggio 2020. È la storia di un vicino di casa amico di famiglia che si era reso disponibile ad accompagnare quotidianamente la ragazza (tredicenne all’epoca del primo tra i fatti incriminati) a scuola.
Dopo due anni di violenze e molestie, un giorno la ragazza trova il coraggio di riprendere di nascosto la scena e così, dopo esser salita nella solita macchina per tornare da scuola, aziona la videocamera del proprio cellulare e inizia a riprendere i palpeggiamenti che subiva. Dopo ciò, tornata a casa, racconta tutto ai genitori che sporgono immediatamente denuncia.
A quel punto i carabinieri di Carate Brianza eseguono gli accertamenti investigativi del caso e il 17 ottobre 2020 viene eseguita l’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’indagato per violenza sessuale aggravata (ex artt. 609bis e ter) nel frattempo trasferitosi a Benevento a casa della sorella.
Dopo poche settimane però, per motivi di salute, il 74enne torna a Carate e subito si rende protagonista di numerose violazioni dei domiciliari nonché del divieto di avvicinamento alla vittima (usciva senza permessi e stazionava di fronte casa della vittima finanche ad avvicinarsi alla porta dell’abitazione). In ragione di ciò, nel mese di febbraio scorso scattano ulteriori aggravi di misura e, a quel punto, l’indagato decide di tornare a Benevento.
A metà marzo poi torna a Monza per il processo che lo vede imputato dove, in primo grado, viene condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Nella circostanza, in seguito a un’istanza motivata dalla necessità di cure mediche, il giudice lo autorizza a tornare a scontare i domiciliari nella propria abitazione di Carate.
Ancora una volta però l’uomo viola le prescrizioni con varie uscite non autorizzate e tentativi di avvicinarsi alla vittima culminate con l’arresto.