Per tutti gli amanti del vino è una bella novità, ma anche una chicca da provare. Grazie all’iniziativa dell’azienda Barone Pizzini è nato infatti il primo Franciacorta con una percentuale di vitigno Erbamat.
“Questo traguardo – spiegano dall’azienda – è il frutto di anni di studi, prove e investimenti riguardanti questo antico vitigno autoctono bresciano, contraddistinto dalla sua spiccata acidità e dal basso contenuto zuccherino. Le prime testimonianze di Erbamat risalgono ad un’opera scritta nel 1564 dall’agronomo bresciano Agostino Gallo, intitolata “Le dieci giornate della vera agricoltura e piaceri della villa”, per poi scomparire da tutte le mappe e i vigneti per quasi 500 anni. Nel 2008, grazie all’aiuto dell’agronomo Pierluigi Donna e dello Studio Agronomico Sata, abbiamo piantato il primo ettaro dal quale sono nati tre vini chiamati “Tesi”: Tesi 1, Tesi 2 e Tesi 3, uno studio in prospettiva per comprendere le potenzialità ed evoluzione nel tempo di Erbamat. Questi vini sono stati prodotti in quantità limitate e non verranno mai più ripetuti”.
La svolta è arrivata nel 2017, quando è stato modificato il disciplinare di produzione del Franciacorta, offrendo la possibilità di utilizzare l’Erbamat fino a un massimo del 10%.
“Abbiamo quindi iniziato a studiare la possibilità di integrare questo particolare vitigno all’interno di Animante – spiegano dall’azienda Barone Pizzini -, che diventa il primo Franciacorta con Erbamat e il nostro unico vino ad includere tutte le quattro varietà consentite per produrre Franciacorta. La scelta di coltivare Erbamat ha due obiettivi principali: meglio caratterizzare la Franciacorta e rispondere ai cambiamenti climatici particolarmente sentiti negli ultimi 30 anni”.