SEVESO – E’ il simbolo della rinascita della comunità sevesina dopo l’evento diossina, ma il Bosco delle Querce è anche un memorandum: per ripartire, per progettare il futuro e per unire dalla collettività si passa dal rispetto e dalla valorizzazione della natura. Questo è il messaggio che le associazioni ambientaliste hanno voluto lanciare ieri, proprio in occasione del quarantacinquesimo anniversario del disastro dell’Icmesa.
L’area naturalistica di pregio arrivano a visitarla da tutto il mondo. “In Italia – ha spiegato Gemma Beretta, del circolo Legambiente “Laura Conti” di Seveso è l’unica esperienza di questo tipo. Da area invivibile e nociva a gioiello da esibire con orgoglio.
Oggi, in un momento in cui si combatte un nuovo nemico invisibile, anche in questo caso sconosciuto malgrado lo sviluppo della tecnologia e i passi avanti compiuti dal mondo scientifico, gli ambientalisti indicano nel Bosco delle Querce il punto per la ripartenza. Non solo per Seveso (visto che in parte è coinvolta anche Meda), ma per tutti: perché l’idea di fondo del nuovo modello di società sia fondata sulla natura. Non sul cemento, non sull’asfalto.
Proprio per questo ieri pomeriggio è stata organizzata una visita guidata del Bosco delle Querce, per riscoprire la storia di questo posto che, negli anni, si è cercato di sviluppare e di preservare, ancora prima di renderlo fruibile. La visita, però, nella mattinata è stata preceduta da una raccolta firme per chiedere l’ampliamento del Bosco delle Querce. In due direzioni esattamente opposte.
“Un’area – spiega Alberto Colombo – di Sinistra e Ambiente – è situata a ovest dell’area naturalistica. Diciamo in prossimità del cimitero e della piattaforma ecologica. Zona via Eritrea per intenderci. Non è di grandi dimensioni, ma è proprio accanto al Bosco delle Querce e può essere annessa senza alcuna difficoltà. Ci vuole però un po’ di buona volontà e di concretezza. Annetterla significa anche preservarla per sempre. L’area più interessante del nostro progetto di ampliamento, anche per le sue dimensioni, è però quella situata a est del parco”.
Non di fianco. In mezzo, come separazione, c’è la superstrada Milano-Meda percorsa ogni giorno da migliaia di veicoli in entrambe le direzioni. Però c’è un ponte che mette le due aree in comunicazione. “Ci riferiamo a tutta l’area verde di Baruccana – commenta Colombo – situata tra via della Roggia e via Senofonte. Già nel 1993 uno studio proponeva alla Regione Lombardia di unirla al Bosco delle Querce”.
Colombo non nasconde i problemi che bisogna affrontare. “Il primo si chiama diossina – afferma – perché dalle analisi si è scoperto che a 45 anni di distanza è ancora presente nel sottosuolo. Il secondo problema, invece, si chiama Pedemontana. Quell’area che noi chiediamo di annettere al Bosco delle Querce, in caso di realizzazione dell’autostrada, sarebbe utilizzata per realizzare due rotonde, due rampe di accesso e una vasca di laminazione. Di fatto il verde che rimarrebbe a disposizione sarebbe davvero insignificante. Noi un’idea l’abbiamo e la manifestiamo a gran voce: diciamo stop all’autostrada Pedemontana, allo spreco di denaro e alla devastazione del territorio. Cerchiamo di guardare tutti verso il futuro con un grande rispetto per l’ambiente”.