SEREGNO – Il Consiglio di Stato ha detto no: l’aggregazione industriale tra il gruppo Aeb e A2A, per come è stata gestita, non è corretta. Una frase di due righe dattiloscritte che respingono il ricorso presentato dalla stessa Aeb e che, in un colpo solo, cancellano pagine e pagine di consulenze, di valutazioni, di delibere, di ricorsi. Tutto da rifare. L’operazione sarà anche valida dal punto di vista finanziario, corretta dal punto di vista degli equilibri del mercato (così si era espressa l’Agcm, Autorità garante della concorrenza e del mercato), ma presenta due enormi criticità: una per quanto riguarda la delibera del Consiglio comunale di Seregno, quella approvata nel mese di aprile 2020 in piena pandemia per autorizzare il sindaco Alberto Rossi a presentarsi nell’assemblea dei soci per dare il benestare all’operazione; l’altra criticità invece per il modo di ricercare un partner adeguato a garantire un futuro al gruppo seregnese, ovvero alla necessità di procedere con una gara a evidenza pubblica.
Due ricorsi distinti, entrambi giudicati fondati. Prima di tutto dal Tar Lombardia e poi dal Consiglio di Stato che ieri ha depositato la sentenza relativa all’udienza dell’1 luglio. E’ stata un po’ una battaglia di Davide contro Golia che, tuttavia, anche stavolta ha regalato sorprese. Il primo a contrastare tutta l’operazione, non solo da un punto di vista strettamente politico ma anche nelle aule di tribunale, è stato il consigliere comunale Tiziano Mariani, leader della lista civica “Noi x Seregno”. Ha sollevato una questione molto semplice: non avendo mai ricevuto la “due diligence”, non ha avuto la possibilità di esercitare correttamente il suo ruolo in Consiglio comunale nell’interesse della collettività, poiché non conosceva tutte le valutazioni che hanno portato a decidere di realizzare l’aggregazione industriale con A2A. Il Consiglio di Stato ha smontato le argomentazioni sostenute dal gruppo Aeb riconoscendo la validità delle sue tesi.
Al fianco di Mariani, in un altro ricorso, due aziende. Hanno fatto presente che la procedura dell’aggregazione non è corretta poiché potevano essere a loro volta interessate all’operazione industriale. Per il Consiglio di Stato hanno ragione loro: era obbligatoria una gara a evidenza pubblica.
La sentenza ha subito provocato reazioni. Tutti i gruppi di minoranza chiedono le dimissioni immediate del sindaco Alberto Rossi. “Dopo la sentenza del Consiglio di Stato – afferma Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega – è arrivato al capolinea. Chiederemo al Prefetto di nominare un commissario per gestire il Comune fino alle prossime elezioni, per evitare che il sindaco faccia ulteriori danni. Un risultato frutto di arroganza, supponenza, mancanza di collaborazione. Ci accusavano di fare una sterile polemica politica. Il Consiglio di Stato ci dà ragione. Ora ci aspettiamo che anche la Corte dei Conti chieda al sindaco e a tutti gli esponenti della maggioranza di risarcire il danno causato”.