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Il grido d’allarme delle categorie del turismo: “Gravi perdite in 2 anni”

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 12 Dic 2021   Posted by Gualfrido Galimberti


Il turismo è stato tra i comparti più colpiti dalla pandemia. Sono quasi due anni, infatti, che “sta subendo danni che non hanno eguali in nessun altro”, come ha detto la presidente di Fiavet, la Federazione italiana associazione imprese viaggi e turismo, Ivana Jelinic.

I dati forniti dall’Istat, d’altra parte, sono allarmanti (link pdf per la ricerca completa): nel 2020 l’Italia ha avuto 207 milioni di presenze di turisti stranieri in meno. Ognuno di loro spendeva circa 137 euro al giorno e compiva in media un viaggio di due settimane, facendo acquisti nella moda, nell’artigianato, nell’enogastronomia, tutti settori di eccellenza nel nostro Paese.

“Le imprese che svolgono attività economiche riconducibili al turismo in Italia sono più di un milione e il 90% di queste ha fino a quattro addetti di cui la maggioranza donne”, ha spiegato Jelinic, che ritiene “impensabile che il turismo italiano verso destinazioni italiane sia risolutivo di questa enorme crisi in cui ci troviamo”. La maggior parte delle agenzie di viaggio, infatti, punta tutto il fatturato nell’organizzazione di viaggi di nozze a lungo raggio. “Questi imprenditori sono italiani, influiscono sulla nostra economia anche se vendono soggiorni in un Paese dell’Oceano Indiano. Le incertezze che viviamo con aperture e chiusure di corridoi, mutazioni continue di provvedimenti si ripercuotono sulla vita di migliaia di persone”.

Anche Fto, la Federazione turismo organizzato, ha chiesto a gran voce alle istituzioni di aiutare, in maniera più consistente, le imprese. Secondo i dati della Federazione, da marzo a luglio 2020 sono andati in fumo 5,8 miliardi di ricavi, per fronteggiare i quali il governo aveva stanziato un fondo di 625 più 32 milioni di contributi. Da agosto a dicembre 2021, però, il comparto ha perso altri 14,7 miliardi e non sono arrivati altri aiuti da parte delle istituzioni. “L’attenzione su di noi si è spenta”, ha commentato il presidente Franco Gattinoni durante un incontro di Fto con il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, avvenuto il 9 dicembre scorso.

“Il turismo organizzato – ha aggiunto Gattinoni – lavora dodici mesi all’anno e viene visto come un’azienda di serie B. Chiediamo di avere la stessa attenzione che c’è stata per tutte le aziende che sono state chiuse. Dobbiamo avere il giusto rimborso dei mancati ricavi, perché tutti i costi li abbiamo sostenuti. Solo in questo modo riusciremo a non morire. Vogliamo essere rimborsati giustamente per questi 18 mesi di inattività. Crediamo sia il minimo indispensabile”.

Durante l’incontro il ministro Garavaglia ha assicurato il massimo impegno da parte del governo per accogliere le richieste della categoria, come ad esempio la proroga della cig: “È allo studio – ha spiegato – anche l’applicazione di alcuni interventi previsti nel Pnrr Turismo”.

Le rassicurazioni sulla cassa integrazione sono state accolte favorevolmente dalla presidente di Fiavet, Ivana Jelinic, secondo la quale “la fine degli ammortizzatori spaventava imprese e lavoratori, per molte imprese è difficile pensare di tenere aperto. I provvedimenti del governo permetteranno al settore di avere una boccata di ossigeno”.

Garavaglia ha anche ammesso che i 150 milioni stanziati in legge di bilancio per le aziende che non possono lavorare per il Covid sono insufficienti, ma ha anche ricordato che il precedente stanziamento ammontava a 500 milioni. “Bisogna avvicinarsi a questa cifra”, ha spiegato, sottolineando che in Consiglio dei ministri ha chiesto di usare allo scopo i fondi avanzati dal bonus vacanze.

A commentare le parole del ministro Garavaglia anche Federalberghi, la Federazione degli albergatori italiani aderente a Confcommercio: “chiediamo con forza che le risorse residue del fondo dei buoni vengano mantenute entro il perimetro originario al quale erano destinate e siano utilizzate per sostenere la ripartenza del settore ricettivo”.

Secondo le stime dell’Ufficio Studi della Federazione, il settore chiuderà il 2021 con una perdita di quasi 10 miliardi, mentre negli ultimi due anni ha perso circa 24 miliardi di euro. “Serve un intervento diretto e immediato in favore del comparto ricettivo. È quindi senza dubbio da preferire alla creazione di un fondo che – ha precisato Federalberghi – avrebbe tempi di erogazione molto lunghi e destinatari incerti, rischiando anche di aiutare categorie che hanno beneficiato di risorse ingenti, talvolta superiori alle perdite subite”.

Infine Federalberghi ha chiesto alle istituzioni di assicurare una copertura per gli emendamenti alla legge di bilancio che propongono di “esonerare le imprese turistico ricettive dal pagamento della seconda rata Imu 2021 e prorogano sino al 31 dicembre 2021 il credito d’imposta sugli affitti”.

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