SEREGNO – La città di Seregno è diventata un angolo di Ucraina. Nessun rischio di invasione: i profughi che arrivano dal Paese martoriato dalla guerra non corrono alcun rischio. Non sono circondati dai carri armati, ma sono stretti nel grande abbraccio che la comunità cittadina ha deciso di riservare con la consueta generosità che la contraddistingue. I numeri dicono tanto, più di mille parole: sono addirittura 130 gli ucraini arrivati in questi giorni a Seregno e subito accolti nelle case e in diverse strutture del territorio.
Il sindaco Alberto Rossi una settimana fa, anche in occasione dell’incontro convocato da Luca Santambrogio, presidente della Provincia di Monza e Brianza, per fare il punto con i sindaci e cercare di affrontare insieme l’emergenza Ucraina, aveva fornito altri numeri: “A Seregno sono già arrivati circa 70 profughi”, aveva raccontato nello stupore generale. Giorno dopo giorno, però, i numeri sono cresciuti. E la comunità pastorale, attraverso “L’Amico della Famiglia”, il mensile che viene distribuito a livello cittadino, ha aggiornato il dato: adesso gli ucraini ospitati a Seregno sono 130.
Le parrocchie, naturalmente, hanno fatto la loro parte: abituate a ricordare l’importanza dell’accoglienza e dell’aiuto, non si sono tirate indietro quando sono state chiamate a fare la loro parte.
Sempre attraverso il suo periodico la comunità pastorale cittadina rivela quali sono state le prime collocazioni offerte alle persone in fuga dalla guerra: il gruppo più numeroso, quattordici persone, è stato sistemato nella “Casa del Giovane” situata nel quartiere di Sant’Ambrogio; altri dieci trovano ospitalità al centro diurno disabili in via Monsignor Talamoni; otto sono stati accolti al Piccolo Cottolengo “Don Orione” in via Verdi, che aveva ancora disponibilità di spazi anche in virtù del trasferimento del progetto “Piano freddo” alla Casa della Carità; sette profughi sono al Lazzaretto nell’appartamento della parrocchia in via Grandi che in precedenza era stato assegnato a don Pino Caimi; sei, infine, sono in locali posseduti dalla Fondazione “Ronzoni-Villa” in via Piave.
A questo, naturalmente, bisogna aggiungere tutti quelli ospitati dalla cittadinanza. E non sono pochi i casi di generosità e di altruismo. In molti hanno raccolto l’esortazione del sindaco Alberto Rossi che, nei giorni scorsi, aveva invitato tutti i proprietari di immobili inutilizzati a farsi avanti scrivendo una mail all’indirizzo offrospazi.ucraina@seregno.info. L’impressione è che l’ondata di generosità non si sia ancora esaurita, visto che qualcuno sulla pagina Facebook del sindaco ha fatto presente di avere inviato una mail e di non essere stato ancora contattato. Insomma, il numero degli ospiti ucraini è destinato ad aumentare.
L’aiuto della città di Seregno, però, non si limita a un posto letto al caldo e a un tetto sicuro sopra la testa, per quanto siano importanti. Qui la comunità si è già fatta carico dei nuovi arrivati: sabato, grazie all’iniziativa dell’associazione “Ucraina libera” e alla disponibilità di Fiorella Mancuso, dirigente scolastico, circa quaranta bambini sono andati alla primaria “Rodari”. Per loro, accolti dai disegni dei bambini della scuola materna “Ronzoni”, un momento di istruzione. Poi merenda e gioco grazie al Basket Seregno. Costretti a lasciare le loro case, gli ucraini qui hanno già trovato una nuova famiglia.