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Seregno, il Pd: “Sanità regionale, lasciare spazio a chi ha competenze nel settore”

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 18 Mar 2022   Posted by Gualfrido Galimberti


SEREGNO – Si è fatto un gran discutere in città in questi giorni sui gazebo della Lega, quelli allestiti per raccogliere firme con lo scopo di chiedere un maggior numero di medici di base. La necessità c’è, ma il gazebo è stato lo spunto per alimentare una feroce polemica tra la stessa Lega e il Partito Democratico che ha fortemente criticato l’iniziativa e i suoi promotori.

Ora il Partito Democratico interviene di nuovo sulla questione. Getta acqua sul fuoco, accantonando i toni dei giorni scorsi, ma ribadendo perché ritiene insufficiente, anzi sbagliato, quanto fatto dal centrodestra in Regione durante tutti questi anni in tema di sanità.

“La sanità pubblica è un tema importante – spiega Stefano Silva, segretario del circolo Pd seregnese -, troppo per essere lasciato a esternazioni e manifestazioni di piazza senza attinenza con la realtà, soprattutto in questo momento in cui passiamo da un’emergenza sanitaria ad una umanitaria senza soluzione di continuità. Ci sentiamo in dovere di fare chiarezza sullo stato attuale della sanità regionale, per troppo tempo lasciata in mano a chi spacciava per eccellenza lo spolpamento di uno dei più importanti pilastri della funzione pubblica: la tutela della salute”.

“Il taglio tanto sbandierato della quota statale di finanziamenti alla sanità pubblica – commenta Silva -, semplicemente non è reale: anzi il fondo è cresciuto, seppur in misura inferiore rispetto alle aspettative, negli anni tra il 2013 e il 2019. Invece è la spesa regionale pro-capite della nostra regione che non è ancora riuscita a tornare ai livelli precrisi del 2008. Inoltre, come sottolineato dalla Corte di Conti, Regione Lombardia da anni applica una contrazione delle risorse autonome messe a disposizione per il settore sanitario: si è passati dai 255 milioni del 2017 sino ai soli 1,2 milioni del 2020. Oggi si punta tutto sugli aiuti derivanti dal PNRR (ed è una cosa buona): occorre però – oltre che partecipare alla ricerca dei contributi – mettere in atto una progettualità di intervento che miri a spendere questi soldi in maniera seria, efficace e competente. La realtà dei fatti mostra invece come Regione Lombardia sia al di sotto della media delle regioni più sviluppate riguardo agli utilizzi del Fondo Sociale Europeo (POR FSE), attestandosi ad un livello di impegni pari al 62.6%, ben al di sotto dell’83,70%”.

“Siamo contenti che la Lega finalmente capisca l’importanza dei medici di medicina generale – dichiara il segretario del Pd -, con un autentico dietrofront rispetto a quanto si domandava Giancarlo Giorgetti nel 2019: “chi va più dal medico di base?”, ma occorre inoltre terminare la stagione dell’autoreferenzialità e della millantata “sanità d’eccellenza” senza alla base solidi dati per poterlo dimostrare. I medici di base, demansionati per anni da dottori a semplici impiegati di fatto delle ATS, meritano di tornare al centro della medicina di prossimità, riscoprendo quella relazione medico paziente fatta di cura della persona e fiducia nel “proprio” medico. Occorrono azioni concrete e urgenti, come le 900 borse di studio all’anno stanziate dal governo per la formazione specialistica dei medici di medicina generale che si aggiungono agli aumenti dei contributi degli anni scorsi. Occorre dare molto più spazio ai professionisti della materia e non agli “apprendisti stregoni”, la politica deve avere un ruolo di coordinamento, senza millantare risultati mai raggiunti, con l’umiltà di lasciare spazio a chi ha maggiori competenze nel settore”.

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