SEREGNO – Sulla sua pagina pagina Facebook aveva scritto più volte contro i “cugini” milanisti definendoli “ebrei”. Poi, di fronte al polverone che si era sollevato, aveva tentato di giustificarsi peggiorando la situazione. Per Massimo Vergani, vice commissario della Polizia locale, nei giorni scorsi una lezione di storia ma soprattutto di vita: il sindaco Albero Rossi, per fargli capire la portata delle sue dichiarazioni, lo ha portato in visita alla sinagoga di Milano e al Memoriale della Shoah al Binario 21.
“All’ingresso del Memoriale – spiega il primo cittadino – c’è scritta una parola, fortemente voluta da Liliana Segre: indifferenza. Un atteggiamento che non volevo contraddistinguesse quanto accaduto nei giorni scorsi con protagonista un dipendente del Comune, e che per questo mi ha spinto a voler organizzare questo momento. In Sinagoga, insieme al Rabbino Capo, alcuni componenti del Consiglio della Comunità, e al presidente dell’Anpi, abbiamo avuto modo di condividere una sofferenza, che non è solo una storia di 80 anni fa da non dimenticare, ma una realtà che tocca oggi la nostra società e la sua identità, che quotidianamente segna episodi preoccupanti di antisemitismo”.
Una delegazione piuttosto corposa quella seregnese, dall’alto significato istituzionale quasi in segno di riconciliazione della città con gli ebrei dopo le incaute dichiarazioni del vice commissario, che per giustificarsi aveva rivelato di aver definito così i milanisti solo perché è dispregiativo. Naturalmente offendendo non solo la comunità ebraica, ma anche molti cittadini seregnesi che hanno scritto al sindaco chiedendo di allontanarlo dal comando della Polizia locale. Con Vergani e con il sindaco, pertanto, alla visita hanno partecipato anche gli assessori William Viganò (con delega alla Sicurezza) e Laura Capelli (Cultura), Pietro Amati in qualità di presidente del Consiglio comunale, il comandante Maurizio Zorzetto, il segretario generale e i dirigenti del municipio.
“Al memoriale – racconta Rossi – dentro i vagoni, di fronte al muro dei nomi, leggendo e ascoltando le testimonianze dei sopravvissuti abbiamo proseguito il percorso a cavallo fra emozioni e approfondimento con l’obiettivo di andare oltre l’indifferenza o inaccettabili banalizzazioni. È stato un pomeriggio importante che ognuno dei presenti elaborerà dialogando con se stesso, perché in fondo ciascuno di noi è chiamato a rispondere di fronte a quello che la realtà ci presenta prendendo decisioni e direzioni rispetto alle azioni che compie, alle parole che sceglie e al modo con cui si comporta”.
“Ringrazio di cuore il Presidente della Fondazione del Memoriale della Shoah Roberto Jarach che ci ha guidato nella visita – aggiunge Rossi -. Ringrazio gli esponenti della comunità ebraica, tra cui la portavoce del Presidente della Comunità ebraica Roberta Vital, il Consigliere comunale Daniele Nahum e Talia Bidussa del Memoriale della Shoah, che mi hanno aiutato ad organizzare questi momenti, condividendo lo spirito e l’intenzione di questa iniziativa, un gesto non scontato visto quanto compiuto da un dipendente del Comune, che era presente con noi in questa delegazione”.
Il sindaco, però, pur ritenendo importantissima questa iniziativa, vuole sgomberare il campo dagli equivoci sul suo significato: “Ciò che abbiamo fatto non cancella quanto è accaduto. E, allo stesso tempo, non influirà minimamente sull’iter disciplinare tuttora in corso. Spero, però, che possa aver fatto nascere del bene e della consapevolezza nella coscienza di ciascuno”.