Dopo il passo falso di maggio, anche a giugno “frena” la produzione industriale con un calo del 2,1% rispetto al mese precedente e dell’1,2% in termini tendenziali, mentre per il secondo trimestre l’Istat rileva una crescita dell’1,2% sui tre mesi precedenti.
Il risultato negativo su base mensile riguarda quasi tutti i settori, con l’eccezione dell’energia (+1,9%). Tra i settori che registrano variazioni tendenziali positive ci sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+9,3% per entrambi i settori) e le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+5,5%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-9,8%), nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-6,9%) e nella fabbricazione di apparecchiature elettriche (-6,1%).
“La riduzione congiunturale dell’indice della produzione industriale a giugno – commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio – segue la contrazione registrata a maggio. Due indizi non fanno una prova, ma considerando anche le recenti variazioni negative degli indici di fiducia e delle vendite al dettaglio, confermano che una brusca frenata dell’economia italiana sul finire dell’estate è una possibilità per nulla remota. Alla luce di queste dinamiche si rende ancora più pressante la necessità di proseguire con gli interventi di sostegno contro l’inflazione e a favore del potere d’acquisto delle famiglie e dell’equilibrio economico-finanziario delle imprese più colpite”.