MILANO – “Quello che sta avvenendo da mesi in Piazza Castello a Milano è gravissimo, con la scusa del restyling si stanno distruggendo secoli di storia e di patrimonio archeologico. Il Comune deve valorizzare il passato invece di cancellarlo, la Soprintendenza archeologica intervenga in modo chiaro a tutela di questi beni e ponga fine allo scempio. Quello che non aveva fatto Napoleone Bonaparte a inizio Ottocento lo sta facendo ora Beppe Sala con le Ruspe. Presenteremo una interrogazione in Consiglio regionale per fare luce sulla vicenda”. Così Alessandro Corbetta, consigliere regionale della Lega, e Curzio Trezzani presidente della Commissione cultura di Regione Lombardia in merito ai lavori di scavo per il rifacimento della Piazza del Castello Sforzesco a Milano.
“Il cantiere per la riprogettazione urbanistica di uno dei luoghi più famosi e storici della città – spiegano i due consiglieri regionali -, partito a luglio 2021, ha riportato alla luce importanti reperti archeologici presenti appena sotto il manto stradale. Opere medievali e rinascimentali che componevano la grande fortezza bastionata che, già dal primo Seicento, proteggevano interamente il Castello voluto a metà Quattrocento dal duca Francesco Sforza”.
“Questi bastioni vennero abbassati ai primi dell’Ottocento – affermano Corbetta e Trezzani – ma la struttura principale esiste ancora, sotto pochi centimetri di asfalto, per un’altezza di 9-10 metri fino al fondo del fossato che le circondava. Oggi pensare di ricavare spazio scavando una fossa e piantumare sopra queste antiche murature è semplicemente folle: le piante non hanno spazio per crescere e le architetture vengono irrimediabilmente compromesse”.
“Il comune di Milano sta distruggendo gli antichi bastioni – concludono Corbetta e Trezzani – per fare spazio a qualche pianta che può essere messa altrove. Occorre fare uno scavo archeologico per portare alla luce le fortificazioni e aprire un parco archeologico per rendere visibili i baluardi, come sostenuto dall’Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano e come avviene in altri parti del mondo in casi simili. Dov’è la tutela archeologica della Soprintendenza?”.