MILANO – Risorse importanti e iniziative concrete per l’inclusione e l’occupazione delle persone diversamente abili. È stata infatti pubblicata sul Burl di Regione Lombardia la graduatoria dei progetti finanziati dal Bando FSE Programma Regionale Lombardia – Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027 ‘priorità 3 – inclusione sociale’ relativo all’inclusione attiva e l’integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità.
Il Bando FSE aveva messo a disposizione 10 milioni di euro per la messa a terra di azioni volte a rendere accessibile e continuativa la dimensione del lavoro nell’ambito dei progetti di vita indipendente e inclusione delle persone con disabilità.
L’obiettivo è, infatti, ridurre in maniera significativa e superare ancora più barriere di diversa natura che possono ostacolare la piena ed effettiva partecipazione nella società su base di uguaglianza con gli altri.
“Questi 54 progetti – ha detto Elena Lucchini, assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari opportunità – garantiranno quindi una concreta integrazione tra le politiche attive del lavoro e le politiche di inclusione attiva dirette alle persone con disabilità per quindi accrescere l’occupabilità. Finanziare progetti integrati significa, infatti, potenziare un approccio che sta valorizzando il welfare territoriale sempre più capace di operare una presa in carico multidisciplinare“.
“Una rete – ha proseguito Lucchini – di competenze e formazione che mira dunque a innovare e personalizzare le misure di intervento sempre più attente alla cooperazione tra pubblico e privato”.
“Infine – ha concluso l’assessore – abbiamo preso l’impegno di garantire con un prossimo provvedimento anche le risorse necessarie per la realizzazione dei tre progetti ammessi ma al momento non finanziati quali quello di Orio al Serio con ‘Aspiefuture’, ‘A&I – Società cooperativa sociale onlus’ con ‘AAA Accolti Allenati Assunti’ e quello di Fondazione Caritas di Vigevano ‘Progetto dream’”.
Le strategie di intervento dei progetti ammessi e finanziati attuano la realizzazione di una o più delle seguenti linee di intervento:
– laboratori per le abilità e la partecipazione attiva;
– percorsi di orientamento ed empowerment;
– ecosistemi delle relazioni per l’inclusione attiva;
– gemellaggi e reti per la diffusione delle sperimentazioni socia.
La composizione minima del partenariato prevedeva, infatti, in primo luogo l’adesione di almeno 3 soggetti. Era necessaria la partecipazione (con il ruolo di capofila o partner) di almeno un ente pubblico territoriale (Comune, Provincia, Città Metropolitana, Comunità montana o Ambito Territoriale).
Gli Enti beneficiari (capofila e partner) appartengono quindi a una delle seguenti categorie: enti pubblici; enti del Terzo Settore iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS); cooperative sociali di tipo A e B; enti gestori pubblici e privati di Unità d’Offerta (UDO) sociali nell’area disabilità (SFA – Servizi Formazione Autonomia; CSE – Centro Socio Educativo); operatori pubblici e privati in possesso di accreditamento definitivo per l’erogazione dei servizi al lavoro ai sensi della disciplina regionale; operatori pubblici e privati in possesso di accreditamento definitivo all’Albo regionale dei servizi di istruzione e formazione (sezioni A e B); istituzioni formative accreditate nella sezione ‘A’ dell’Albo regionale, di cui all’art. 25 della L.R. n. 19/2007, o gli Istituti professionali di Stato, che realizzano percorsi di IeFP, le istituzioni scolastiche e gli Enti formativi accreditati capofila di ATS (Associazione Temporanea di Scopo), che hanno attivato percorsi di IFTS; le Fondazioni ITS.