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Imperia – Maxi frode fiscale, sequestrati beni per 64 milioni

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 10 Mar 2025   Posted by Gualfrido Galimberti


IMPERIA – I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Imperia, con l’ausilio di personale appartenente ai Comandi Provinciali di Napoli, Bologna e Ferrara, nei giorni scorsi hanno iniziato a dare esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari personali e reali emessa dal GIP del Tribunale di Bologna, su richiesta del Procuratore Europeo Delegato Dott. Stefano Castellani dell’Ufficio di Torino della Procura Europea.

Tali provvedimenti sono stati adottati a seguito delle risultanze delle indagini di polizia giudiziaria che hanno consentito di individuare un articolato meccanismo fraudolento conosciuto come “frode carosello”.

Quest’ultima è stata attuata mediante l’interposizione di “missing trader” o “cartiere”, ovverosia imprese esistenti solo formalmente, le quali effettuano acquisti intra o extra U.E. di beni (quindi senza il versamento dell’IVA al fornitore) per poi cederli, quasi contestualmente, a un soggetto “interponente” ovvero all’acquirente reale. Tale seconda operazione configura una cessione imponibile ai fini IVA, in quanto realizzata nel mercato interno nei confronti di un soggetto residente.

In pratica, la “cartiera” acquista cartolarmente la merce senza averne mai la materiale disponibilità, svolgendo una mera funzione di prestanome nell’operazione, che si conclude con l’omesso versamento dell’IVA e con la sua indebita detrazione da parte dell’acquirente, il quale beneficia del credito d’imposta senza che sia mai stata assolta a monte.

Nel sistema illecito portato alla luce dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Imperia attraverso l’esecuzione di perquisizioni locali, sequestri, indagini finanziarie e verifiche fiscali, la condotta criminis è riconducibile all’interposizione di sei “cartiere” italiane, dichiaratamente operanti nel settore del “commercio elettronico” (c.d. traffico VoIP), tra i fornitori aventi sede sia nel mercato unico che al suo esterno e i destinatari finali nazionali.

Queste imprese, prive di una reale operatività economica, al fine di giustificare la fittizia cessione hanno emesso fatture per operazioni inesistenti, consentendo a due società effettivamente produttive di utilizzarle per ridurre artificiosamente il carico fiscale.

Tale impianto ha consentito sia di immettere in consumo il traffico VOIP acquistato a prezzi competitivi rispetto a quelli praticati da imprese concorrenti in danno dell’economia legale e del corretto funzionamento dei mercati che di evadere 64 milioni di Iva.

I militari della Guardia di finanza stanno eseguendo le misure disposte dal G.I.P. del Tribunale di Bologna il quale, condividendo l’impianto accusatorio e ferma restando la presunzione d’innocenza, ha disposto l’applicazione nei confronti di due indagati della misura cautelare personale degli arresti domiciliari quanto agli altri tre sono state disposte misure interdittive quali divieto temporaneo di esercitare qualunque ufficio direttivo di persone giuridiche e imprese, di esercitare la professione di commercialista e quella di elaborazione elettronica di dati contabili, nonché il sequestro preventivo in via diretta ovvero nella forma per equivalente dell’IVA evasa che ha consentito, allo stato attuale, di cautelare diversi immobili e automezzi.

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