La vicenda della nave Aquarius è stato il primo intervento del Ministro degli Interni Matteo Salvini che in campagna elettorale aveva promesso la chiusura dei porti alle navi che trasportano i migranti.
Il fatto risale al 10 giugno quando il vicepresidente del Consiglio Salvini ha negato alla nave (che fa parte della Ong Medici Senza Frontiere) di attraccare nei porti italiani. Sulla nave c’erano 629 migranti tra cui 123 minori (la maggior parte non accompagnati) e 7 donne in attesa.
Nella notte tra il 9 e il 10 giugno tutte le persone a bordo della nave sono state soccorse in diversi interventi coordinate dalla Guardia Costiera Italiane. Dopo le operazioni di soccorso il Ministero degli Interni ha però negato l’accesso ai porti italiani rimandando il compito a Malta che però ha negato l’aiuto, ribadendo che non ha competenze sul caso perché, come si legge su Malta Today, il portavoce del Governo de La Valletta ha dichiarato che “Il recupero dell’Aquarius è avvenuto nell’area di ricerca e salvataggio libico d è stato coordinato dal centro di Roma. Malta non è l’autorità di coordinamento e non ha le competenze su questo caso”.
Irremovibile la posizione del Governo italiano: porti chiusi ad Aquarius e nel frattempo la nave e i suoi 629 ospiti sono rimasti per ore in attesa di sapere quale sarebbe stato il loro destino. L’11 giugno è arrivato il via libera all’accoglienza da parte del Governo spagnolo con l’arrivo al porto di Valencia. Ma il viaggio sarebbe stato troppo lungo per alcuni migranti che erano in buone condizioni fisiche: da qui la decisione del Governo italiano, su sollecitazione di quello spagnolo, di trasferire parte dei migranti su navi italiani che avrebbero condotto parte dei migranti di Aquarius al porto di Valencia dove la nave è arrivata dopo pochi giorni.