MONZA – Pista ciclabile con ostacoli in via Regina Margherita. Ciclisti sbigottiti chiedono all’amministrazione comunale un maggiore coinvolgimento nella scelta dei dissuasori.
E in rete scoppia subito la polemica con le critiche sollevate da Massimo Benetti dell’associazione Monzainbici. Una critica che arriva direttamente da chi, ogni giorno, utilizza la bicicletta come mezzo di trasporto e che da anni, attraverso l’associazione, solleva avanza proposte e suggerimenti per promuovere la mobilità lenta anche a Monza.
“Non sarebbe male se l’amministrazione e i suoi tecnici parlassero con i ciclisti urbani per scambiarsi opinioni e soluzione più adatte ad una città che meriterebbe di più”, conclude nel suo post su Facebook dove mostra il percorso non certo agevole che i ciclisti devono fare quando attraversano la strada e rientrano sulla pista ciclabile nel tratto di via Regina Margherita.
“Se si vuole favorire la mobilità ciclistica – spiega – questo non è certo il modo giusto, anzi è il contrario di quanto bisognerebbe fare. Le ciclabili sono poche, scollegate tra di loro, senza manutenzione e segnaletica dedicata , ma si pensa di mettere ostacoli per un presunto problema di sicurezza”.
Le piste ciclabili oltre confine, e soprattutto in Germania e nei Paesi nordici, sono diverse. Presentano stratagemmi differenti da quelle ingombranti installate a Monza. Oltre a godere di una cultura di mobilità lenta che nella città di Teodolinda, e più in generale in gran parte d’Italia, tarda ad arrivare.
Le alternative ci sono per evitare che le piste ciclabili vengano invase anche dai motociclisti. Come lo stesso Benetti ha spiegato: dal leggero rialzamento dell’asfalto al restringimento della carreggiata in prossimità dell’incrocio alla segnalazione della pista ciclabile con la vernice rossa.
B. Api
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Quello mostrato dalla fotografia è un attraversamento pedonale che i ciclisti dovrebbero comunque percorrere camminando con bicicletta a mano. Da codice della strada