MONZA – Arriva all’ospedale San Gerardo il primo paziente dell’epidemia di polmonite. Trasferito nel nosocomio di via Pergolesi un uomo di 29 anni, ricoverato in Terapia intensiva. Le sue condizioni sono gravi, il paziente è in prognosi riservata attaccato ad Ecmo, il macchinario in dotazione in pochi ospedali italiani (tra i quali il San Gerardo) per la respirazione extracorporea e la pulizia del sangue. Il giovane aveva contratto il batterio della legionella.
In pochi giorni l’epidemia di polmonite si è ampliata e dalla provincia di Brescia è arrivata fino a quella di Mantova, superando gli oltre 200 casi. Si sospetta si tratti di polmonite batterica, particolarmente aggressiva, ma gli accertamenti sono ancora in corso.
Intanto i numeri dei ricoverati sono sempre alti: 6 nuovi casi di sospetta polmonite sono giunti al Pronto soccorso di Asola, 38 sono i pazienti ricoverati per polmonite tra Mantova e Castiglione delle Stiviere, 148 i pazienti nei nosocomi della provincia di Brescia, oltre a quelli monitorati dai medici di famiglia ma che non necessitano del ricovero.
Tutto era partito all’inizio del mese quanto in pochi giorni (dal 2 al 7 settembre) erano stati riscontrati più di 150 casi di polmonite in alcuni Comuni della bassa bresciana orientale (tra Montichiari e Calvisano). Un numero importante rilevato in un periodo molto breve tanto da far scattare l’allarme dell’Ats di Brescia che aveva immediatamente avviato le indagini epidemiologiche ed ambientali.
In un primo momento si era ipotizzato si trattasse di un batterio presente nell’acqua. Nel frattempo l’Agenzia di Tutela della Salute di Brescia aveva rassicurato la popolazione e con un comunicato pubblicato sul suo sito internet spiegato le attività di monitoraggio e di verifica intraprese, indicando anche alcune accortezze per evitare eventuali contagi.
Negli ultimi giorni però il problema, invece di rientrare, si è ampliato raggiungendo la provincia di Mantova. A quel punto i controlli si sono intensificati ipotizzando si tratti di polmonite batterica particolarmente aggressiva, un problema perciò non legato all’acqua ma all’aria.
Anche sul sito dell’Ats di Mantova si sfata qualsiasi rischio di contaminazione dell’acqua. “Non esiste alcun tipo di rischio per l’utilizzo dell’acqua alimentare e non sussiste alcuna restrizione al normale svolgimento dell’attività nelle varie comunità (scuole, luoghi di lavoro, ecc..) – si legge sulla home page dell’Ats locale – Si invita la popolazione, a scopo precauzionale, ad attivare misure preventive come buone norme di comportamento”.
Barbara Apicella