Personaggio dalle mille competenze e dalle mille risorse. Ma per tutti Luigi Veronelli, morto a Bergamo il 29 novembre 2004, è da accostare a una delle eccellenze italiane: il vino. E’ lui che, in qualità di giornalista, gastronomo e scrittore, lo farà scoprire a tutta l’Italia sviscerandone tutti i segreti e raccontandolo in ogni modo.
Per descrivere quest’uomo si parte già da una singolarità. Perché se pensiamo al vino, ci domandiamo qual è l’origine della famiglia e quale vigna possa possedere. Nessuna. Veronelli è milanese doc, nato e cresciuto nel quartiere dell’Isola dove il vino, a parte la bottiglia in tavola, non lo vedono neanche con il binocolo. E lui, naturalmente influenzato dalla sua terra d’origine, inizierà la sua carriera facendo altro: studi di filosofia, impegno politico. A questi aggiungerà anche l’attività di gastronomo visto che in ogni caso Milano, dal punto di vista dei ristoranti, può vantare i nomi dei locali che hanno fatto la storia della tavola italiana. Con tovaglie che, sebbene finite migliaia di volte in lavanderia, ancora sono ricche di aneddoti e conservano tanti di quei segreti che nemmeno potremmo immaginare.
Una svolta nella sua carriera avviene nel 1962 quando inizia a collaborare con il quotidiano “Il Giorno”. Non sarà l’unica testata che vorrà avere la sua firma: finirà anche sul corriere della Sera, Panorama, Capital, L’Espresso, oltre ad alcuni giornali stranieri e a quelli dedicati all’enogastronomia. In questo settore, complice anche la formazione universitaria, compirà studi approfonditi dando alle stampe alcuni libri. Finché, diventato ormai famoso, decide di pubblicare anche la collana Guide Veronelli all’Italia piacevole.
Per tutti il suo nome è quello della conoscenza della materia, ma anche del consiglio giusto sulla bottiglia da stappare e sull’abbinamento. Nel 1989 nasce così la sua seconda casa editrice, Veronelli Editore. Il vino viene definitivamente raccontato in tutte le sue caratteristiche, con pubblicazioni di alto livello ma anche con volumi alla portata di tutti.
Ecco, il senso della carriera di Veronelli è proprio questo: aver portato alle massa, ma con competenza, la conoscenza relativa a un prodotto di largo consumo che appartiene alla nostra tradizione. E’ lui, innegabilmente, ad aver suscitato tanto interesse attorno a questo argomento, con conseguenze che si possono avvertire ancora oggi: tante le persone che si avvicinano al mondo del vino. Molte di queste, a più di dieci anni della sua morte, quando fanno roteare il calice, in modo quasi spontaneo pronunciano il suo nome. Famoso, autorevole, ha suggerito a tutti che il vino è piacere da assaporare.