SEREGNO – Si è fatto un gran parlare in questi giorni in città del decreto firmato dal ministero dell’Interno nella primavera 2018 per sancire la fine del lavoro d’indagine svolto in città. E per stabilire, in estrema sintesi, che non sono stati riscontrate infiltrazioni della criminalità organizzata in municipio. Un documento letto dal sindaco Alberto Rossi nell’ultima seduta di Consiglio comunale, con i consiglieri di minoranza che hanno contestato la tempistica con cui è stato pubblicizzato. Ovvero non prima della campagna elettorale, visto che la firma del ministro ha preceduto il voto di 30 giorni, bensì a distanza di quasi undici mesi. E, di conseguenza, hanno chiesto chi ha omesso di diffondere la notizia, cercando di individuare un responsabile. Il sindaco, a seguito delle affermazioni dei consiglieri e di tutta la discussione che poi si è sviluppata sui social network, ha ritenuto doveroso fare alcune precisazioni, diffuse poi alla stampa. Le pubblichiamo qui di seguito integralmente:
“In merito al dibattito che si sta sviluppando rispetto al Decreto del Ministro dell’Interno con cui si è concluso il lavoro della Commissione di Indagine di cui all’art. 143 Testo Unico degli Enti Locali, a tutela del Comune di Seregno, mi è d’obbligo precisare quanto segue:
1. il Decreto è stato adottato in data 10 maggio 2018;
2. dell’adozione del Decreto è stata data pubblicità mediante pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 23 maggio 2018: non è prevista dalla legge alcuna comunicazione formale al Comune, né altra forma di pubblicità e pertanto, sotto questo aspetto, non possono essere in nessun caso ipotizzati comportamenti omissivi di alcun tipo (anche solo di fatto) operati da persone appartenenti all’organizzazione del Comune di Seregno, che mai nulla ha ricevuto in merito;
3. la richiesta che come amministrazione abbiamo inoltrato alla Prefettura di Monza e Brianza non riguardava l’esito dei lavori della Commissione, bensì la possibilità di accedere alla relazione e ai contenuti. Ad ora non vi sono stati riscontri: è del tutto inesatto affermare che la Prefettura ci abbia trasmesso il decreto a seguito di quell’istanza. Il decreto è facilmente recuperabile su internet da chiunque con una banale ricerca su Google.
Alberto Rossi