SEREGNO – Alle critiche ormai è abituato: fanno parte della vita e, soprattutto, del ruolo che ricopre a livello cittadino. Quando sono arrivati anche gli insulti, soprattutto quelli all’indirizzo della squadra che lo sostiene, il sindaco Alberto Rossi si è presentato dai Carabinieri per sporgere querela nei confronti di chi si è lasciato andare anche un po’ troppo con commenti su Facebook.
Purtroppo c’è chi sui social network stavolta ha davvero esagerato. Forse non ha ben chiara la differenza che passa tra una chiacchierata a casa con un amico e un post pubblico messo potenzialmente sotto gli occhi di tutti gli utenti del web. Ed ecco che, a causa delle differenza di vedute, il primo cittadino in pochissime righe è stato definito “cog…one di ragazzetto”, “stronzetto”. Non mancano critiche nemmeno per i giovani che fanno parte della sua squadra in Consiglio comunale, bollati come “ragazzetti delle scuole che escono tutti decerebrati e indottrinati comunistelli”.
“Ci ho pensato per qualche giorno – spiega pubblicamente il sindaco – poi mi sono deciso, e venerdì ho sporto querela nei confronti della persona che ha scritto questo commento. È la prima volta che mi capita”.
Rossi sottolinea che la decisione non è stata presa per gli insulti ricevuti: “Non sono i primi – commenta – non saranno gli ultimi. Fanno purtroppo parte del gioco per il mestiere che faccio”. Al ruolo di parafulmine e alla maleducazione di alcune persone, insomma ci ha fatto l’abitudine.
Nonostante i termini che sono stati utilizzati nei suoi confronti, trova anche il modo di ribattere a un paio di accuse. Ovvero a quella di “vivere a Milano da mamma e papà” (“Riferimenti familiari assai sballati, visto che i miei genitori vivono a Seregno dagli anni ‘80”) e a quella di essere un ragazzetto (“Continuo a stupirmi di come possa essere chiamato in questo modo a 34 anni, di cui dieci di lavoro, sette di matrimonio e due figli, e continuo a chiedermi quando si diventa adulti in questo Paese”).
Non sorride affatto, invece, per quell’espressione sui “ragazzetti decerebrati”. “Una delle cose di cui vado più fiero – spiega Rossi – è proprio l’aver coinvolto tanti giovani e ragazzi. È un orgoglio avere circa un terzo di consiglieri di maggioranza under 30. E’ un orgoglio aver coinvolto tanti di loro convincendoli che vale più la pena condividere una esperienza di servizio per la propria città, piuttosto che stare a casa a fare i leoni da tastiera sui social. È per loro, è per questo, che ho deciso di querelare”. Con una promessa: “Se da questa querela arriveranno due soldi, li investirò in un progetto per giovani e ragazzi nella nostra città”.