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Asta deserta: terreni e immobili del Comune di Seregno rimangono invenduti

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 06 Dic 2019   Posted by Gualfrido Galimberti


SEREGNO – Più che il danno economico, stavolta, pesa un’amara considerazione: il Comune di Seregno non riesce a disfarsi di terreni o immobili non funzionali alla sua attività. Quattro bandi di gara scaduti tra la fine del mese di ottobre e i primissimi giorni di novembre, tutti con identico risultato: gara deserta. Nessuno si è fatto avanti per acquistarli, malgrado un prezzo decisamente inferiore al reale valore di mercato.

Si tratta infatti di terreni e di un immobile che il Comune, in tempi diversi, ha già provato a mettere in vendita, ma sempre con esito negativo.

Il terreno più economico è quello identificato catastalmente col foglio 27 e mappale 18: si tratta di un’area nella zona ovest della città, a ridosso della ferrovia Seregno-Saronno, con accesso da via Nazioni Unite. Nel bando in scadenza nel dicembre 2018 il Comune chiedeva 18.300 euro. Visto che nessuno si è presentato, il prezzo è stato ridotto a 12.810 euro. Nessuno li ha offerti entro la scadenza del 31 ottobre. Bisognerà insistere di nuovo in futuro.

Stessa sorte per l’area identificata dal foglio 32 mappale 124. E’ situata nella zona sudest di Seregno, vi si accede da via Reggio. Nel 2017 si poteva acquistarla offrendo almeno 31.200 euro. Questa volta il terreno, con destinazione verdi privato nella fascia di rispetto alle infrastrutture ferroviarie, è stato messo in vendita a 21.840 euro. 

Più costoso un terreno di proprietà del Comune di Seregno, ma situato poco oltre il confine ad Albiate (con accesso da via Vicinale delle Valli): 147.350 per l’area che appartiene all’ambito di trasformazione 7 – polo produttivo. Prezzo forse eccessivo o, data la possibilità che possa essere in parte vincolato a parco, l’intenzione è quella di vederci chiaro prima di mettere mano al portafoglio.

Invenduto, infine, anche il capannone di proprietà del Comune nella zona semicentrale della città, tra via Magenta, via Papa Giovanni XXIII e la ferrovia. L’Agenzia delle Entrate, nel 2017, aveva stimato il suo valore in 520 mila euro. Ora è stato messo nuovamente in vendita a 364 mila euro, ma senza destare entusiasmo.

I quattro  bandi di gara, andati deserti, complessivamente non hanno consentito all’amministrazione comunale di incassare almeno i 544 mila euro previsti quale prezzo di base. Sono soldoni. Farebbero la felicità di molti sindaci, anche se in realtà a Seregno non fanno la differenza al momento dopo la possibilità ottenuta dai Comuni di poter spendere gli avanzi di amministrazione accumulati negli anni. L’amministrazione guidata dal sindaco Alberto Rossi, da questo punto di vista, è sicuramente a posto perché si è ritrovata un tesoro tra le mani.

Il problema, piuttosto, è dato dal continuo deprezzamento di queste aree che non riescono a trovare acquirenti. Chi deciderà di fare l’investimento, qualora dovesse accadere, di sicuro riuscirà ad accaparrarsi i terreni o l’immobile a un prezzo estremamente favorevole, mentre la municipalità dovrà accontentarsi di incassare briciole pur di liberarsi di queste proprietà.

Di sicuro l’amministrazione comunale di Seregno non si arrende facilmente come dimostra la vicenda del bar della piazza del mercato. La sua gestione è stata messa in continuazione all’asta pur di ottenere finalmente, per la prima volta, qualcuno disposto a fare i caffè. Si è scesi fino a un canone annuo di 4.100 euro, che fa sorridere pensando alla ricchezza della città, ma che ha anche permesso di offrire un servizio dopo una decina di anni di tentativi andati a vuoto. 

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