ROMA – Ha assistito a distanza al botta e risposta tra Christian Solinas e Beppe Sala. Il primo, governatore della Sardegna, che chiedeva la patente d’immunità per accogliere i milanesi. Il secondo, sindaco del capoluogo lombardo, che ha promesso di ricordarsi delle regioni che chiedono questa “certificazione” quando si tratterà di scegliere la meta delle vacanze.
Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali, interviene ora nel dibattito avvertendo tutti: “Il passaporto sanitario non è ammissibile. Rileggete l’articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. E poi se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono”.
Parole chiare quelle pronunciate nel corso dell’audizione alla Commisisone Federalismo fiscale alla Camera dei Deputati. A pochi giorni dal 3 giugno, giorno inizialmente identificato come via libera per lo spostamento tra le regioni, il ministro ha dettato una regola molto semplice: “Se siamo sani, ci muoviamo”.
“Nei prossimi giorni – ha aggiunto il ministro – con l’ultimo click che riporterà il Paese a muoversi ci dovrà essere anche del buonsenso. Se tutte le regioni ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione, la distinzione tra cittadini di una città rispetto all’altra non è prevista. Diverso è prevedere una fase di quarantena, ma non siamo in quella condizione. E anche in quel caso ci vuole un accordo tra le parti”.