MONZA – Una pecora salvata dai volontari dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Monza, doppiamente soddisfatti: secondo la loro esperienza quell’animale era destinato alla macellazione rituale clandestina. I fatti risalgono a domenica 2 agosto, anche se sono stati resi noti soltanto nelle ultime ore.
“La Ats – spiegano dall’Enpa – ha segnalato la presenza di una pecora vagante per le vie di un comune brianzolo, chiedendo di intervenire per il recupero. Una telefonata tra noi e la locale stazione dei Carabinieri ha permesso di capire che l’ovino, che rischiava di essere investito, era stato bloccato e diretto da alcuni cittadini in un’area giochi per bambini”.
Immediatamente il presidente dell’Enpa di Monza, accompagnato da un volontario, si è recato sul posto. “Qui ha incontrato due abitanti – spiegano dall’associazione – che hanno partecipato alle operazioni di recupero: erano preoccupati perché non lontano degli “strani personaggi” stavano cercando la pecora e si temeva quindi per la sua sorte”.
La pecora, di razza gigante bergamasca, era visibilmente spaventata, non si fidava dell’uomo e per i due soccorritori il suo recupero si è rivelata un’ardua impresa, visto lo spazio a disposizione. Ma dopo un’ora e mezza di tentativi finalmente sono riusciti a bloccarla, a caricarla sul furgone e a portarla al rifugio di via San Damiano.
L’animale era stato legato a una zampa con una corda talmente stretta che, una volta tagliata dai volontari dell’Enpa, ha lasciato un profondo solco inciso nella carne. Per fortuna della pecora la corda si era rotta e così l’animale era riuscito a liberarsi. “Tutti questi elementi – spiega l’Enpa – fanno sicuramente pensare a un animale acquistato da un pastore per essere macellato abusivamente nei riti della imminente festa del sacrificio celebrata dalla comunità Islamica”.
Al rifugio di Monza la pecora (chiamata Fortunata per ovvi motivi) si è ambientata subito, andando a ingrossare il gregge (5 pecore e 8 capre) già abbastanza nutrito e trovando un feeling immediato con l’altra gigante bergamasca Pirù, arrivata un anno fa. Visitata dai veterinari dell’Ats, la pecora risulta in ottime condizioni, anche se una rotondità sospetta potrebbe far pensare che sia gravida. Chissà che a breve non si possa festeggiare un lieto evento…
“Salvare un cane o un gatto – afferma l’Enpa – spesso significa risparmiare una vita di maltrattamenti e di stenti. Ma per una pecora trovata vagante il salvataggio ha una valenza in più perché significa, quasi sempre, salvarla dalla macellazione rituale, una pratica di origine religiosa che sia per la legge islamica sia per i precetti ebraici non prevede lo stordimento preventivo. L’animale, infatti, deve essere cosciente al momento dell’uccisione che viene effettuata tramite la recisione di trachea ed esofago. Questa pratica, estremamente cruenta, è consentita in Italia solo se praticata in uno degli oltre 200 macelli autorizzati. Purtroppo sono frequenti i casi di macellazione clandestina, pratica illegale e perseguibile per legge che avviene spesso con la connivenza di pastori compiacenti che per denaro non si fanno scrupolo di fornire ovini di qualsiasi età, privi ovviamente di marche auricolari affinché sia impossibile risalire all’allevamento di provenienza. Questo nonostante tutte le associazioni animaliste chiedano da tempo, con diverse proposte di legge nel corso degli anni, che ogni tipo di macellazione sia preceduta da un preventivo stordimento degli animali e non sia più consentita alcuna eccezione per l’uccisione rituale ebraica ed islamica, anche in macelli autorizzati”.