CARATE BRIANZA – Ci ha messo l’enorme struttura, il suo tempo, i suoi soldi e pure la faccia. Egidio Motta, proprietario del Polaris, è di sicuro uno dei grandi protagonisti di questa emergenza Covid in Brianza, capace di mettere a disposizione della collettività e delle autorità sanitarie il più possibile per velocizzare la campagna di vaccinazione e sostenere le famiglie brianzole. Presente sul posto ogni giorno già dalle 6 del mattino, cerca di fare fino in fondo la sua parte con una disponibilità encomiabile.
“Lo faccio perché ci tengo – afferma Motta – perché tutto deve funzionare per il meglio, le persone devono avere la possibilità di vaccinarsi e tutti dobbiamo poter tornare alla nostra normalità”. La gratitudine arriva, anche indirettamente: tante le persone convocate che, in attesa di essere chiamate, dicono “grazie al Polaris per quello che sta facendo per tutti noi”. Anche i più critici, quelli che hanno qualcosa da ridire sull’organizzazione, non hanno dubbi: “Il Polaris ha fatto qualcosa di incredibile, merita il nostro grazie”.
Motta, però, non è uno che si perde nei ringraziamenti. Lui taglia corto, è più uomo operativo, uno che ci mette anche la faccia perché tutto fili liscio. Di più: ha messo mano anche al portafogli. Di tasca sua, infatti, paga una decina di persone perché aiutino l’organizzazione nella gestione degli spazi e delle persone presenti per il vaccino.
Gli facciamo notare che pochi, nelle sue stesse condizioni, avrebbero fatto altrettanto. La risposta è lapidaria: “Chi non lo fa dovrebbe solo vergognarsi. Il locale è chiuso: se non può vivere come bar e come discoteca, è giusto che sia aperto per aiutare gli altri a vivere meglio. Sono pienamente convinto di aver fatto la scelta migliore”.
Oltre ad aver “consegnato le chiavi”, però, ha avuto anche lui il suo bel lavoraccio da portare a termine: quell’enorme spazio con tutti gli arredi da spostare altrove per creare un enorme open space. Se siete allergici al trasloco di casa, pensate che questo per mole di lavoro può valere almeno dieci volte tanto. “Che effetto mi fa? Di sicuro è strano entrare e vedere tutte le sedie per l’accoglienza e i box dei medici e delle vaccinazioni – racconta Motta – però è anche vero che questo grande edificio una volta era un mobilificio, poi ha subito altre trasformazioni negli anni. Ai cambiamenti sono abituato”.
Lui è pronto a offrire molto di più: oltre all’area per le vaccinazioni ha aperto lo spazio del bar (anche all’aperto) per chi vuole attendere comodamente il suo turno ed essere chiamato dal personale presente. Ha rimesso in funzione la cucina per dare da mangiare a tutti coloro che stanno lavorando per le vaccinazioni. Ha già offerto la disponibilità per ingrandire il centro di vaccinazioni anche a tutto il seminterrato. In caso di necessità, insomma, qui si possono ospitare 30 linee.
“Ognuno è chiamato a fare la sua parte – conclude Motta -, io cerco di fare la mia. Sono dispiaciuto per gli eventuali disagi che possono vivere i cittadini chiamati per la vaccinazione. Ma sono convinto che potenziando la presenza di medici e di infermieri tutto procederà in modo più snello, nella soddisfazione generale e, soprattutto, nell’interesse del nostro territorio che ha la necessità di guardare avanti e di tornare alla sua quotidianità”.