Il bisogno di sangue è universale, con pazienti che hanno bisogno di trasfusioni in tutto il mondo, ma l’accesso a questa risorsa non lo è, con il 40% del sangue mondiale che viene raccolto nei paesi a più alto reddito dove vive il 16% della popolazione. Lo ricorda l’Oms, che celebra il 14 giugno, il World Blood Donor Day, la Giornata mondiale dei donatori, che quest’anno avrà come protagonista l’Italia a cui è stata affidata l’organizzazione dell’evento globale.
Ogni anno, ricorda l’Organizzazione, che ha scelto per questa edizione lo slogan “Give blood and keep the world beating” (“Dona il sangue e fai battere il mondo”), vengono raccolte nel mondo 118,5 milioni di sacche, ma se nei paesi ricchi ci sono 31,5 donatori ogni mille abitanti, in quelli a basso reddito la cifra scende a 6,8.
In 50 paesi inoltre la donazione non è gratuita, ma è da familiare o addirittura pagata. A seconda del paese cambia anche la destinazione del sangue: mentre in quelli ricchi il 75% delle trasfusioni va agli over 60, in quelli a basso e medio reddito più di metà (il 54%) va a bambini sotto i 5 anni.
“Un focus speciale della campagna di quest’anno sarà il ruolo dei giovani nel garantire un apporto sufficiente di sangue – scrive l’Oms -. In molte comunità formano un settore molto largo della popolazione, e sono in generale pieni di idealismo, entusiasmo e creatività”.