SEREGNO – “A Seregno pare che al peggio non ci sia mai fine. Con la notizia che risultano indagati il sindaco Alberto Rossi, il segretario comunale Alfredo Ricciardi e l’assessore Giuseppe Borgonovo, la situazione politica cittadina, già pesantemente in caduta, appare del tutto irrimediabilmente compromessa. Fatte salve le garanzie circa la presunzione di innocenza che va riconosciuta a tutti, ritengo però che sotto il profilo politico e morale i protagonisti di questa vicenda debbano trarne le conseguenze dimettendosi anche al fine di favorire la chiarezza”. Abbassa i toni il consigliere Tiziano Mariani (“Noi x Seregno”) rispetto ai giorni scorsi, forse per una situazione che lui stesso non pensava potesse verificarsi, ma il suo pensiero non cambia: il sindaco deve restituire le chiavi della città e permettere che siano altri a occuparsi dell’amministrazione comunale.
All’inizio del mese di settembre, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che rigettava il ricorso di Aeb, Mariani aveva chiesto al Prefetto di inviare un commissario per gestire l’operazione in modo distaccato, con lucidità, nell’interesse dei cittadini. Dopo avere appreso delle tre nuove informazioni di garanzia, che si vanno a sommare a quella già precedente relativa a Loredana Bracchitta, presidente di Aeb, Mariani ora però ritiene sempre più indispensabile il gesto delle dimissioni: “Spiace vedere Seregno nuovamente mortificata. I cittadini non meritano la pessima nomea che la città si ritrova a subire. Per il bene di tutti è il momento di fare un passo indietro favorendo l’insediamento di un commissario e quindi nuove elezioni”.
Nella richiesta si trova d’accordo anche Edoardo Trezzi, capogruppo della Lega, che pure ammette di essere rimasto colpito dalla notizia. “Il sindaco – racconta Trezzi – venerdì sera ci ha raggiunto durante la conferenza dei capigruppo per rivelarci l’accaduto. Devo ammettere che è stato un gesto di grande rispetto istituzionale. Mi è anche dispiaciuto vedere Rossi molto provato, mortificato. Ha davvero accusato il colpo. Ora aspettiamo a tirare le somme in modo affrettato e a dire che è colpevole: non c’è nemmeno un rinvio a giudizio, siamo alla fase delle indagini. Per il bene suo personale e per quello della città, tuttavia, mi auguro che il Consiglio comunale di lunedì venga annullato e che nella stessa giornata il sindaco decida di lasciare il suo incarico”.
Trezzi si affida alla giustizia: “La Procura faccia piena luca sulla vicenda. Già il fatto che abbia ritenuto necessario intervenire, però, non è una bella notizia. Io non sono un magistrato, condanno politicamente il sindaco e tutta la sua maggioranza per l’atteggiamento ostile e supponente manifestato nel corso di tutta l’operazione industriale. Più volte abbiamo sollevato dubbi, abbiamo fatto presente criticità, abbiamo dato suggerimenti: siamo stati rimbalzati da un muro di gomma, ma anche accusati di voler fare ostruzionismo. Ora io non so se Rossi deciderà di proseguire la sua esperienza amministrativa. Però spero che questa vicenda insegni qualcosa a chi decide di stare su quella poltrona: l’opposizione darà anche fastidio, ma qualche volta ha pure ragione. Meglio dialogare con noi nella sala consiliare piuttosto che con i magistrati nelle aule di tribunale”.